La moneta Ue ancora debole sul dollaro

La moneta Ue ancora debole sul dollaro
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da Milano

Euro ancora in discesa, vicino a quota 1,22 dollari, con un minimo di giornata a 1,2223 che rappresenta il livello più basso dal 21 settembre del 2004. La valuta unica ha risentito di alcuni dati congiunturali negativi, oltre che della revisione al ribasso delle stime di crescita, mentre sul piano politico l'attenzione era rivolta all'esito del referendum olandese sulla Costituzione europea.
Sulla quotazione della moneta unica continuano a pesare le conseguenze del «no» francese alla Costituzione Ue, inoltre ieri il mercato è stato scosso dal servizio pubblicato dal settimanale tedesco Stern, che ha riferito di un incontro fra il ministro tedesco alle Finanze, Hans Eichel, e il presidente della Bundesbank, Axel Weber, in cui si sarebbe parlato di un possibile fallimento dell'unione monetaria europea. La notizia è stata subito smentita dal portavoce della Bundesbank.
Non ha giovato poi alla quotazione dell'euro il fatto che l'indice dei responsabili per gli acquisti nell'Eurozona sia sceso al 48,7 contro il 49,2 precedente, al di sotto delle stime. L'indicatore sintetizza l'andamento del comparto manifatturiero. Sul versante delle previsioni congiunturali, inoltre, Eurostat ha rivisto al ribasso, -0,1%, le stime riferite alla crescita della zona Euro per l'intero 2005, che dovrebbe essere pari adesso all'1,3% (+1,6% per l'Unione Europea).
Infine, i tassi d'interesse: la Bce oggi dovrebbe confermare l'attuale livello di riferimento, al 2,0%, mentre negli Stati Uniti appare probabile che continui la manovra di progressivo innalzamento dei Fed Funds, portando ulteriore ossigeno al dollaro.
Al di là della situazione attuale, marcata dal risultato del referendum francese sulla Costituzione europea, va aggiunto che sul dollaro continua a pesare l'incognita rappresentata in particolare dall'andamento dei deficit paralleli.

Al riguardo Merrill Lynch, la quale proprio ieri ha rivisto al rialzo le previsioni di quotazione del dollaro per i prossimi mesi, vede pur sempre l'euro a 1,27 dollari a fine giugno, quindi ben sopra i livelli attuali. Sempre secondo la banca statunitense, a fine settembre, l'euro dovrebbe posizionarsi su 1,30 dollari.

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