Monito del Papa: "I Pacs offendono e destabilizzano la famiglia"

Ratzinger lancia l'allarme per le minacce contro la struttura naturale della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Le parole del Santo Padre riaprono il dibattito politico e dividono la sinistra

Monito del Papa: "I Pacs offendono  
e destabilizzano la famiglia"

Città del Vaticano – “Forme di aggressione alla vita sono talvolta commesse sotto l'apparenza della ricerca scientifica”. Lo denuncia Benedetto XVI nel discorso agli ambasciatori accreditati in Vaticano. “Si fa largo - ha affermato - la convinzione che la ricerca non abbia altre leggi all'infuori di quelle che vuole darsi e che non abbia alcun limite alle proprie possibilità”. Il Pontefice è preoccupato per l'estendersi di una cultura scientifica che non tutela la vita e non abbia altre leggi all'infuori di quelle che vuole darsi e che non abbia alcun limite alle proprie possibilità. Secondo il Papa, questo “è il caso, per esempio, dei tentativi di legittimare la clonazione umana per ipotetici fini terapeutici”. Papa Ratzinger è preoccupato per l'estendersi di una cultura che non tutela la vita. “Come non preoccuparsi - si chiede - dei continui attentati portati alla vita, dal concepimento fino alla morte naturale?”. E tutto questo avviene oggi anche in Paesi dove il valore della vita era sacro. “Non risparmiano tali attentati - rileva con angoscia il Pontefice - anche quelle regioni dove la cultura del rispetto della vita è tradizionale, come in Africa, dove si tenta di banalizzare surrettiziamente l'aborto attraverso il Protocollo di Maputo, così come attraverso il Piano d'Azione adottato dai Ministri della Sanità dell'Unione Africana, e che sarà tra poco sottoposto al Summit dei capi di Stato e di Governo”.

Il male del terrorismo Il Pontefice è intervenuto anche sulla minaccia del terrorismo: “Le questioni di sicurezza, aggravate dal terrorismo, che bisogna condannare fermamente, devono essere trattate in un approccio globale e lungimirante”. L'osservazione di Benedetto XVI è partita dalla “crisi progressiva” nel “disarmo”, crisi ad avviso di Benedetto XVI “legata alle difficoltà di negoziati sulle armi convenzionali così come sulle armi di distruzione di massa, e d'altra parte all'aumento delle spese militari su scala mondiale”. Pesante l’accusa del Santo Padre contro una delle vergogne più grandi del pianeta.

Fame nel mondo Lo “scandalo della fame, che tende ad aggravarsi, è inaccettabile in un mondo” che ha beni e conoscenze per affrontarlo. Il Papa chiede dunque di cambiare i modi di vita e “eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell'economia mondiale” correggendo i “modelli di crescita» incapaci di “garantire il rispetto dell'ambiente” lo sviluppo integrale anche del futuro.

L'Iran rinunci al nucleare Benedetto XVI esorta l'Iran ad aprirsi al dialogo con la Comunità Internazionale, sottolineando che tale apertura contribuirebbe anche alla pace del Medio Oriente che deve fondarsi su una fiducia reciproca tra i popoli e le nazioni che vi convivono. “Questa stessa fiducia - ha affermato nel discorso al Corpo Diplomatico - si svilupperà se un paese come l'Iran, specialmente per quanto concerne il suo programma nucleare, accettasse una risposta soddisfacente alle preoccupazioni legittime della comunità internazionale”. Secondo il Papa, “dei passi compiuti in questo senso avranno senza alcun dubbio un effetto positivo per la stabilizzazione di tutta la regione, e dell'Iraq in particolare, mettendo fine alla spaventosa violenza che insanguina questo paese, e offrendo la possibilità di rilanciare la sua ricostruzione e la riconciliazione tra tutti i suoi abitanti”.

Cuba si apra al mondo Il Papa esorta la comunità internazionale a guardare verso Cuba e rinnova l'appello di Papa Wojtyla già rivolto a Fidel Castro: "Auspicando che ciascuno dei suoi abitanti possa realizzare le sue aspirazioni legittime nell'impegno per il bene comune, permettetemi di ripetere l'appello del mio venerato predecessore. Che Cuba si apra al mondo e il mondo a Cuba". Quindi il pensiero del Papa è andato all'Uganda: "Occorre auspicare il progresso dei negoziati tra le parti, in vista della fine di un conflitto crudele che vede persino l'arruolamento di numerosi bambini costretti a farsi soldati".

Le radici cristiane dell'Europa Non poteva mancare una riflessione sull’Europa. Il Papa insiste ancora sulle radici cristiane dell'Unione: “Nel momento in cui ci si appresta a celebrare il cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma, una riflessione si impone sul Trattato costituzionale. Mi auguro che i valori fondamentali che sono alla base della dignità umana siano pienamente protetti, in particolare la libertà religiosa in tutte le sue dimensioni e i diritti istituzionali delle Chiese. Allo stesso modo, non si può prescindere dall’innegabile patrimonio cristiano di questo continente, che ha largamente contribuito a modellare l’Europa delle nazioni e l’Europa dei popoli”.



Viaggio in Brasile a maggio Il Papa annuncia il suo primo viaggio internazionale del 2007: "Il viaggio apostolico che effettuerò nel prossimo mese di maggio in Brasile - ha detto - mi dà l'occasione di volgere il mio sguardo verso questo grande paese, che mi attende con gioia, e verso tutta l'America Latina e i Caraibi".

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