Ma monsieur Sarkò non risponde alla domanda sui cronisti licenziati

Al termine del vertice Francia-Italia, scende il gelo sulla conferenza stampa congiunta dei presidenti. Un giornalista italiano si rivolge a Nicolas Sarkozy: «Presidente, non si sente responsabile per il licenziamento di due giornalisti?», riferendosi ai cronisti francesi che avevano diffuso il gossip sulla presunta crisi matrimoniale con la première dame Carla Bruni. Conclusa la traduzione della domanda, il presidente francese fa prima una smorfia e poi passa la parola a Silvio Berlusconi, perché risponda per primo lui a un’altra domanda sul semipresidenzialismo, commentando: «Per cinque minuti abbiamo avuto la gioia di stare nella vita politica italiana». Poi però, glissa platealmente sull’interrogativo che gli era stato posto, e passa alla domanda successiva di un giornalista francese.
I fatti risalgono solo a pochi giorni fa: due reporter hanno firmato sul sito internet del Journal du Dimanche la notizia del presunto tradimento reciproco tra Sarkozy e la Bruni. E i due protagonisti dello «scoop» sono stati licenziati. Non è la prima volta che l’inquilino dell’Eliseo è furioso con la stampa di casa propria: nell’agosto del 2005 quando Sarkozy era ministro dell’Interno, ad esempio, Paris Match mise in copertina la foto dell’allora moglie Cécilia in compagnia dell’amante Richard Attias. Quella volta a pagare il prezzo dell’«esclusiva» fu il direttore del giornale, Alain Genestar.

In seguito, il Nouvel Observateur pubblicò il testo del famoso messaggino che il presidente avrebbe scritto a Cécilia: «Se torni annullo tutto», parlando cioè del rapporto con Carla. Insomma, per Sarkozy il privato in pubblico è una vera spina nel fianco.

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