Ebbene sì, siamo spiati dappertutto. Colpa del Grande Fratello o dell’australiano regista di «Truman Show»? Ah, saperlo. Fatto sta che non bastavano le telecamere urbane che ormai ci riprendono ovunque con la scusa del Pm10. Ora alle prime luci dell’alba, come in un tetro cartoon di Nick Carter, si aggirano per la città spietati ispettori che frugano nei nostri sacchetti dell’immondizia, pronti a smascherarci nel misfatto di un tappo di plastica in un sacchetto sbagliato o di una busta da lettera assieme alle lattine di conserva.
Per carità, la «munnezza» è una cosa seria, come insegnano i disastri sotto la linea gotica, e la cosiddetta raccolta differenziata - se funziona - è una conquista della civiltà. Ma, come dicevano i latini e come insegna la disavventura dell’autore della lettera qui a fianco, «est modus in rebus». Il malcapitato, un geologo che vanta pure un illustre pedigree come consulente dell’Amsa proprio sul pattume intelligente, lamenta di essere stato solertemente multato di 61 euro perchè la propria spazzatura risulterebbe... troppo pulita.
Eh già, perchè il famoso ispettore mascherato che alle cinque del mattino ha aperto il sacco nero nel cortile della sua proprietà avrebbe constatato, malgrado l’oscurità che quelle carte e quella plastica erano troppo intonse per meritare il contenitore dell’indifferenziata; quello, appunto, dove finiscono gli scarti puzzolenti. E allora, paffete, una bella multa intitolata: «Conferimento rifiuti in sacchi con caratteristiche diverse da quelle stabilite». Il povero geologo, che della raccolta dei rifiuti ha sempre fatto una battaglia personale, non sa capacitarsi di tanto zelo e soprattutto di come la sua immondizia possa essere stata senz’appello dichiarata incontaminata. E forse non lo consolerà sapere che la sua disavventura rientra in un giro di vite da parte dell’amministrazione comunale che nell’ultimo anno ha seminato il terrore tra le pattumiere e ha inflitto ai condomini milanesi 52mila multe per una media di 50 euro a contravvenzione. Che, fatte le somme, ammonta a due milioni e 600mila euro finite nelle casse di Palazzo Marino.
E il futuro, nel clima draculesco di multe e nuove tasse comunali, potrebbe diventare ancor più inquietante e foriero di nuove trappole come: cestini intelligenti dotati di sensori scovarifiuti, sacchi neri che diventano trasparenti per inchiodare le colf indisciplinate, blitz sempre più frequenti delle squadre speciali anti-munnezza. D’altronde, che i cittadini disordinati avranno vita breve lo lascia intuire il presidente dell’Amsa Sonia Cantoni che, alla Commissione Partecipate del Comune, ha sottolineato come Milano risulti ancora indietro con la raccolta differenziata che rappresenta solo il 34 per cento dello smaltimento casalingo. Ma, garantisce, entro il 2012 si arriverà a sfiorare il 50 per cento per arrivare nel prossimo futuro alla quota 65 per cento prevista dal governo.
Tolleranza zero d’ora in avanti, dunque, in attesa che tra le novità giunga anche la raccolta dell’umido, vigente fino a questo momento soltanto per i locali pubblici. «Per ora la raccolta viene fatta a livello aziendale e si arriva a 35mila tonnellate all’anno - dice la Cantoni - ma l’estensione anche al privato permetterà di raccoglierne fino a 80mila tonnellate».
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