Monza batte cassa: «Milano ci deve 7 milioni l’anno»

Dopo il divorzio, scoppia una guerra sulla divisione dei beni fra Milano e Monza. É la giunta brianzola a aprire il fronte, esigendo il rispetto dei patti: «Milano deve pagare i suoi debiti senza discutere», dice l’assessore al Bilancio della Provincia di Monza, Alberto Grisi, deciso ad avere al più presto da Palazzo Isimbardi i 7,5 milioni di euro che il capoluogo dovrebbe alla nuova Provincia.
Quando, infatti, venne fatto lo scorporo dei beni per la nascita della provincia di Monza, nel trasferimento degli immobili risultava un valore di 35 milioni in meno rispetto al dovuto; fu deciso di conguagliarli in contanti con 5 rate annuali da 7,5 milioni ciascuna interessi compresi. Nel bilancio 2016 della Provincia di Milano il rimborso di questa somma è subordinato alla vendita del pacchetto di azioni Autostrada della Cisa in possesso di Palazzo Isimbardi. «Milano deve pagare senza condizioni - è sbottato Grisi - Tanto più che quelle azioni sono molto poco appetibili; se aspettano di trovare un compratore, campa cavallo».
Questo, però, non è il solo motivo di frizione tra le due province. Sempre in sede di bilancio, Milano ha chiesto a Monza di rifondere la somma per le retribuzioni del personale per il secondo semestre 2009, cioè da quando è diventata autonoma. Ma secondo Monza lo ha fatto per tutti i 479 dipendenti previsti nella pianta organica, mentre in servizio ce ne sono poco più di 300. «Evidentemente qualcuno ci ha voluto provare - ha commentato ironicamente Grisi - A questo punto la partita cessa di essere contabile e comincia a diventare politica».
La settimana prossima, quindi, faccia a faccia tra lo stesso Grisi e l’assessore al Bilancio di Palazzo Ismbardi, Luca Squeri, che intanto ribatte: «Ritengo ingiuste nel merito le critiche esternate dal collega di Monza, oltretutto con un metodo che le rendono irricevibili». E spiega: «Abbiamo ereditato un processo complesso come quello della scorporo delle province (le ultime pratiche della divisione con la Provincia di Lodi, risalente al ’92, sono state chiuse pochi mesi fa) con una totale mancanza di pianificazione del processo da parte della precedente Giunta di centrosinistra. In 10 mesi siamo riusciti a recuperare molto del tempo perduto dal 2004 al 2009. Sono tre i principali nodi dello scorporo che la Provincia di Milano, di concerto con quella di Monza e Brianza, sta cercando di sciogliere: tesoreria, personale e patrimonio. Per il primo aspetto la gestione non registra alcun problema. Per il secondo, invece, Palazzo Isimbardi sta aspettando, senza dettare ultimatum, che si trovi una soluzione affinché la Provincia di Monza e Brianza rispetti i suoi impegni per l’assorbimento dei dipendenti ancora in forza a Milano.

Il terzo punto, cioè la divisione del patrimonio, poteva essere affrontato solo dopo l’approvazione del nostro bilancio 2010. Condizione che è maturata, peraltro dopo solo tre sedute del Consiglio provinciale, il 13 aprile scorso. Il nostro previsionale fissa il metodo da noi scelto per rispettare gli impegni».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica