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A Monza ritorna Teodolinda, tutto il bello della nuova provincia

Monza torna capitale. Lo sancirà domani la prossima tornata elettorale con l’istituzione della nuova Provincia di Monza e Brianza, un sogno vecchio di tredici secoli e lo aveva già fatto Teodolinda, pallida, astuta e cattolica regina del Longobardi cui una colomba indicò il luogo dove fermare la sua corte e costruire chiesa, regno e futuro.
Da allora la storia della città ha saputo correre su binari paralleli a quella della grande cugina Mediolanum: così oggi Monza è pronta a camminare da sola forte di 54 comuni e molti tesori. Già, il turismo sarà proprio una bella scoperta, ben oltre Monza. Si può scegliere la Brianza occidentale, crogiolandosi fra palazzi e monasteri come quello di San Vittore a Meda, all’interno di Villa Antona Traversi, promeda.it, o le dimore dei Borromeo a Cesano Maderno, cesanoatc.it, dove ha sede anche un museo dedicato all’orologio swatch, worldmuseum2000.com. Oppure si può optare per un tour fra le ville di delizia nella Brianza orientale, da villa Sottocasa a Vimercate, villasottocasa.it, numero verde 800.333722, che ospiterà anche il Must, un museo del territorio ai nastri di partenza in autunno.
Nella piccola frazione di Oreno invece, oltre che per gustare la famosa patata bianca, adatta a fritture che risultano ultra leggere, ci si può fermare a villa Gallarati Scotti e al casino di caccia dei Borromeo che conserva un ciclo di affreschi del XV secolo con originali scene di caccia all’orso, una vera rarità in Brianza.
Oltre le pievi che si allungano nella pianura, ecco invece i borghi che si inerpicano sulle colline: la sorpresa è dietro l’angolo. Prendi per esempio Agliate, frazione di Carate Brianza e sede di uno dei più importanti complessi proto-romanici, formato dalla Basilica dei Santi Pietro e Paolo e dal Battistero di San Giovanni: tutti ne conoscono la bellezza, ma forse non tutti sanno che, fra le pietre che ne compongono i profili, una è un miliario dell’epoca dell’imperatore Giuliano. Può essere questo il punto di partenza di un itinerario alla scoperta dei segreti della Brianza centrale, romanica e neoclassica: si segue la dorsale del parco valle Lambro, 0362. 970961, parcovallelambro.it, in cerca - in bicicletta per chi abbia fiato e gambe, in auto per gli altri - di altre chicche, forse meno preziose e meno antiche ma altrettanto sorprendenti. Qualche esempio? A Triuggio sono due gli stop di rito: il primo per ammirare il profilo appuntito della parrocchiale dedicata ad Antonio Martire, raro esempio di neoromanico nella zona. Poco oltre, tonda e curvilinea, ecco invece la Rotonda, nata come monumento funebre per la vedova dell’architetto Luigi Cagnola: oggi, con le sue cariatidi di marmo bianco costituisce un unicum nella zona per chi ami il gusto neoclassico.

Per non perdersi fra i tesori ci si può ispirare, nei tour, all’agile pubblicazione Monza e Brianza, collana Luoghi da vivere, a cura di Andrea Spiriti e Laura Facchin, distribuita gratis nei comuni e nella sede della Provincia.

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