Moratoria per il "Foglio"

Il Foglio, per anni, è stata l’unica novità giornalistica disponibile su piazza. I colleghi ne subivano l’influenza, lo sorvegliavano, chi non lo leggeva finiva per subirlo. Sorto nella scia di memorabili battaglie giudiziarie e culturali (culturali, sì) il piccolo quotidiano ha vissuto fasi alterne e persino gossipàre, sino a tornare tremendamente in riga dopo l’11 settembre. Ora il giornale è cambiato davvero, lasciando di stucco anche molti che ci lavorano e che si ritrovano avvolti da un’aura apocalittica, che ha tolto ogni sorriso: nessuna finta ironia può dissimulare il passaggio da un libertarismo sgangherato a un’enclave teologica in territorio laico, un’autoinvestitura imbarazzante.

Non c’è più traccia dell’agorà anarcoide di un tempo: ora è veramente il giornale di Giuliano Ferrara e della sua lista, non è più un crogiolo che fonda opinioni per un fare dibattito vero, mirato alla riduzione del danno e dell’aborto: vuole dividere e c’è riuscito, vuole far casino, derivarne irrigidimenti e bipolarismi esistenziali, far scendere la gente in piazza come trent’anni fa (incredibile) e purtroppo esaltare le sciocchezze di entrambe le parti. Non ne avevamo bisogno, questo almeno penso io. Del Foglio invece sì, e ci manca. Anche questo è un omicidio su un corpo vivo.

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