La parola d’ordine è «dialogo». Rimbalza dal cardinale al sindaco Moratti e torna a essere invocato anche ieri, come «una vera e propria emergenza» da Tettamanzi. «Partiamo tutti da posizioni diverse ma attraverso il dialogo e il confronto possiamo costruire il bene comune»: è il sindaco, ieri nel suo discorso alla città dal palco del Dal Verme, dove ha consegnato gli Ambrogini d’oro, a richiamare per quattro volte Dionigi Tettamanzi. Nel pontificale di Sant’Ambrogio venerdì aveva sottolineato il bisogno di luoghi di culto anche per l’Islam e di confronto coi musulmani. Parole che hanno scatenato pesanti polemiche da parte di Lega e (con toni più pacati) An. Letizia Moratti abbassa i toni. Ribadendo come già nella scelta di premiare la comunità islamica Coreis e la scuola ebraica Merkos la città ha dimostrato, «ancor prima del discorso del cardinale», di essere «fiera e orgogliosa della propria identità» ma anche «capace di premiare realtà diverse, che contribuiscono alla ricchezza culturale della città». Tettamanzi ieri è tornato a ribadire che la chiesa «può e deve dialogare con tutti, anche con l’Islam». Invece, «cresce una contrapposizione non solo a livello di persone, ma anche di istituzioni in città. Il dialogo è una vera e propria emergenza. Bisogna abbandonare pregiudizi e schematizzazioni». Se ci sono atteggiamenti «deprecabili da parte di qualcuno non si possono guardare con sospetto tutti gli appartenenti ad una religione».
La palla torna al sindaco, che quasi usando le stesse parole richiama alla «responsabilità personale» che significa «aprirsi agli altri» senza «generalizzare». Il sindaco parla anche di Expo («una grande occasione per ripensare il futuro di Milano»). E nel momento di crisi, «segnato in Italia come nel resto del mondo da prove e difficoltà» richiama padri, madri, educatori, politici, amministratori, imprenditori, cittadini a «una nuova grande alleanza civile». Parole che piacciono all’opposizione: «Bel discorso - ammette Davide Corritore del Pd - nei momenti di crisi occorre un new deal, per le scelte importanti della città va superato il confine tra maggioranza e opposizione». Il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino puntualizza come nel richiamo al dialogo «il sindaco abbia voluto riparare alle gaffe del centrodestra, un’aggressione al cardinale intollerabile».
La Moratti torna anche sulla vicenda di viale Jenner, «stiamo lavorando con prefetto e ministro Maroni per trovare una soluzione che rispetti le esigenze dei musulmani e dei residenti, a volte il percorso può sembrare più lungo perché si cerca di creare il consenso più largo possibile». E ricorda che «ci sono già 5 luoghi di culto per islamici, due sono dati dal Comune». L’imam della moschea di via Meda, Yahya Pallavicini che ha ritirato l’Ambrogino, crede che «il Comune debba mantenere il suo carattere laico nel valutare e verificare l’affidabilità degli interlocutori religiosi e proporre soluzioni reali e non ideologiche ai bisogni dei musulmani in Italia». Non si può «risolvere oggi il problema dei musulmani di viale Jenner, oggetto di un’impostazione disordinata fin dall’inizio».
Duro botta e risposta tra il neo-ambrogino don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana che pubblicherà un articolo contro la moratoria alle moschee proposta dal Carroccio, e il capogruppo della Lega. «Se fosse per lui nel giro di 3 anni Famiglia Cristiana si chiamerebbe Famiglia musulmana», incalza Matteo Salvini, che lo aveva candidato provocatoriamente alle benemerenze.
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