La preghiera della comunità musulmana milanese non tornerà in viale Jenner. Lo assicura il sindaco di Milano Letizia Moratti dopo le minacce - neanche tanto velate - che il direttore dellIstituto culturale islamico Abdel Hamid Shaari ha rivolto al Comune: «Se costretti - aveva detto il leader islamico milanese - dovremo tornare a pregare in viale Jenner». «Sono due Ramadan che preghiamo al Teatro Ciak - ha spiegato Shaari - e se ora sarà smantellato non sapremo dove andare, e 80 venerdì che preghiamo al Palasharp, dove tra un anno scadrà la concessione tra Togni e il Comune e non sappiamo cosa succederà. Rischiamo di non avere più un posto».
Uno scenario che terrorizza i residenti del quartiere, e che il sindaco ieri ha escluso: «Io ho visto le posizioni che sono state prese per quanto riguarda i luoghi di culto islamici - ha detto - condivido la posizione dei residenti di viale Jenner, quindi il fatto che non è giusto e non dovranno tornare a pregare in viale Jenner perché non sarebbe corretto».
La Moratti ieri ha inviato una lettera al ministro dellInterno, per chiedere di disciplinare a livello nazionale la proliferazione degli spazi per il culto dei musulmani. «Ho scritto una lettera a Maroni - ha annunciato la Moratti - dando seguito a un ordine del giorno approvato a larga maggioranza dal consiglio comunale perché prenda in esame la possibilità di una normativa nazionale che regolamenti in modo omogeneo i luoghi di culto delle comunità religiose che non intrattengono rapporti con lo Stato italiano».
In attesa di una risposta da parte del ministero dellInterno il sindaco ha assicurato che impedirà il ritorno della preghiera islamica sui marciapiedi di viale Jenner.
Il caso della preghiera musulmana in viale Jenner era esploso nellestate del 2008, quando migliaia di fedeli si ritrovavano sui marciapiedi della strada, soprattutto nei venerdì, giorni di preghiera. Il Comune spostò per una settimana il rito al Vigorelli, poi al Palasharp, dove i venerdì di preghiera sono andati avanti senza problemi. Ma la comunità musulmana continua a chiedere un suo luogo di culto.
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