La Moratti incalza il premier: «Legge speciale per Milano»

E il sindaco porta dalla sua parte Penati, presidente Ds della Provincia

C’è chi una volta gli ha dato del «curato di campagna». Così lui, per restare nel vecchio ruolo, arriva sotto la Madonnina e invece di apparecchiare il Tavolo Milano si ritrova a celebrare un matrimonio. E così ecco il premier Romano Prodi spettatore, più che attore dell’insospettabile unione tra lady Moratti e Filippo Penati, mai così tanto ex primo cittadino dell’ex Stalingrado d’Italia. Riso e confetti, dunque, per il sindaco che guida un Comune tinto di centrodestra e il presidente a capo della Provincia targata centrosinistra. Un’unione che, dopo l’incontro di ieri, appare quanto mai solida. Un asse destinato, non se la prenda il governatore Roberto Formigoni impegnato su fronti diversi e altrettanto decisivi, a timonare la città e il suo hinterland verso il futuro e il mai così tanto invocato rilancio. Che si parli di Legge speciale o di grande città metropolitana poco importa, assicurano i due dopo aver convolato. Fondamentale è che a Milano si cominci finalmente pensare in grande. È questo, al di là delle parole, il vero risultato concreto dell’appuntamento di ieri dove le pietanze al tavolo non le ha certo portate il governo arrivato con gran rombare di auto blu. È stato, invece, il trionfo del rito ambrosiano. Con idee condivise e strade ben chiare da percorrere. Insieme, perché mai come oggi i Palazzi milanesi, nonostante le diverse bandiere che ci sventolano sopra, sono stati così vicini. «Milano - le parole della Moratti che ancora una volta dimostra di non essere disposta a mollare la presa - ha bisogno di una legge speciale che semplifichi le procedure decisionali per affrontare in modo concreto e urgente lo sviluppo del territorio». Una necessità per i cittadini, ma ancora una volta la proposta di eleggere la capitale economica del Paese a laboratorio esportabile. «Una proposta pilota che potrebbe essere estesa anche ad altre città metropolitane. Pur tenendo conto della particolarità della nostra, con un enorme numero di non residenti che ogni giorno la utilizzano». Problemi, dunque, da affrontare su larga scala. Tenendo conto del centro, ma anche dei tanti comuni limitrofi, addirittura delle altre città e magari delle altre regioni che alimentano e sempre più alimenteranno il pendolarismo. Lente puntata, ricorda dunque la Moratti, su ambiente e perciò infrastrutture, traffico, formazione ed educazione, l’hub di Malpensa, lo sviluppo economico e tecnologico di un città, forse di una regione «ricca di eccellenze, ma che ha bisogno di essere messa in rete con il resto del Paese e con l’intera Europa». E non solo visto che a cena Prodi invita la Moratti alla missione ufficiale del governo che volerà in Cina dal 13 al 18 settembre. Problemi concreti, dunque, con nome e cognome. Ma soprattutto soluzioni già indicate. Un protocollo che piace al presidente Penati. «L’asse col Comune - conferma - non è mai stato così forte. E oggi, per di più, c’è anche la disponibilità del governo a fare da cabina di regìa. Se non costruiamo ora la città metropolitana, ci possiamo mettere una pietra sopra». Ma tutto questo non è alternativo al disegno Moratti? «Assolutamente no. Buona la proposta di studiare un progetto pilota per una legge speciale. Sarà propedeutica alla successiva innovazione istituzionale con la Provincia che nel 2009 sparisce per lasciare il posto alla città metropolitana».

Chiusura al veleno. «Formigoni non si fida del Tavolo e aspetta fatti concreti? Dopo che si è scottato con l’acqua calda - sorride - e i soldi che non sono arrivati dal suo governo, ora ha paura anche dell’acqua fredda».

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