Milano - «Il modello sembrava che fosse la caverna di Batman», dice - scherzando ma non troppo - uno dei tecnici che ha partecipato ai lavori. Parcheggi a scomparsa, piscina, poligono di tiro: tutto in uno stabile destinato a laboratorio, e trasformato - senza variante d’uso - nella residenza avveniristica di un giovanotto che non badava a spese. Budget quasi illimitato, al momento del progetto. Ma a lavori pressoché ultimati, al momento di pagare il conto, il giovanotto ha iniziato a recalcitrare. A sostenere che i lavori erano malfatti. La faccenda è finita in mano ai giudici, i quali hanno ordinato al giovane di pagare. E questa storia rischia ora di creare qualche grattacapo, se non altro in termini di immagine, alla illustre famiglia di cui il giovanotto fa parte. Un cognome importante, a Milano. Molto importante.
E sì: perché il giovanotto in questione si chiama Gabriele Moratti, ed è il figlio trentaduenne del sindaco Letizia Moratti e di suo marito Gianmarco. Per un po’, il padre ha provveduto a saldare i conti. Poi ha smesso. Il tribunale ha ordinato il sequestro di un quinto dello stipendio mensile che Moratti senior passa a Moratti junior. È dalle carte della vicenda processuale, in corso davanti al tribunale milanese, che si evincono i dettagli della vicenda. Sono queste carte a raccontare con una certa dovizia di particolari la storia che si può sintetizzare così: il figlio del sindaco di Milano ha trasformato senza autorizzazione uno stabile artigianale in una megacasa da molte centinaia di metri quadri. E poi non ha pagato il conto.
La vertenza giudiziaria vede contrapposti Gabriele Moratti e una azienda milanese di alta tecnologia applicata alle abitazioni (ovvero di domotica, nel linguaggio degli addetti ai lavori), la Hilite. É la Hilite, davanti alla ostinazione di Moratti figlio a non saldare il conto, a rivolgersi alla magistratura. Il 16 marzo di quest’anno, il tribunale emette un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo a carico di Gabriele Moratti per l’importo di 127mila euro. Il 5 maggio Hilite cerca nuovamente, senza successo, di farsi pagare. Il 25 maggio scorso, la società fa scattare il pignoramento dei beni di Gabriele Moratti presso il Monte dei Paschi di Siena. Il 27 maggio la banca risponde di avere bloccato, a disposizione del creditore, un conto corrente dal saldo decisamente modesto (poco più di duemila euro) e un dossier titoli per circa seimila euro. Hilite fa scattare anche il blocco del quinto dello stipendio di oltre seimila euro mensili che Saras, l’azienda paterna, versa a Gabriele Moratti per il suo lavoro di amministratore: 1.242 euro. Moratti junior fa ricorso, l’udienza viene fissata per la prossima settimana.
Fin qui la vicenda giudiziaria. Ma nelle carte spunta anche il tema, potenzialmente più delicato, del rispetto delle norme urbanistiche. Tutto ruota intorno a un indirizzo: via Cesare Ajraghi, strada decisamente periferica (è una traversa di viale Certosa) ma tranquilla e residenziale. Nel fascicolo sono infatti comprese le visure catastali sulle tre porzioni in cui è diviso lo stabile di via Ajraghi acquistato dal giovane Moratti. Tutte le porzioni risultano accatastate sotto la voce C3, ovvero «laboratori per arti e mestieri».
Ma dai contratti per i lavori di ristrutturazione, anch’essi inseriti nel fascicolo della causa, compaiono indicazioni esplicite che il «laboratorio per arti e mestieri» è stato trasformato in una residenza di superlusso: si parla di camere da letto padronali e degli ospiti, di giardino, di area party con poligono di tiro, piscina, palestra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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