Per dirla come Adriano Celentano, il sindaco e il prefetto sono «rock». In extremis, alzeranno il volume a San Siro per il doppio show degli U2 stasera e domani, nonostante il niet dell’Asl che nei giorni scorsi aveva bocciato la deroga a 80 decibel. Questa mattina Letizia Moratti e Gian Valerio Lombardi firmeranno un’ordinanza congiunta che concede quei due punti di volume in più (rispetto ai 78 voluti dall’azienda sanitaria locale) che consentiranno a Bono Vox e soci di farsi sentire meglio dal popolo di ottantamila fan che questa sera invaderanno il Meazza, altrettanti sono attesi domani. A fare da «ponte» tra le due istituzioni, l’assessore comunale alle Attività produttive, Giovanni Terzi, che aveva garantito una battaglia per alzare il livello del suono. Ieri pomeriggio ha spiegato in prefettura la situazione a Gian Valerio Lombardi, insieme a Roberto De Luca, promoter dei concerti degli U2 e di Madonna (a San Siro il 14 luglio). In collegamento telefonico con la Moratti, che si trovava a Londra, è stata messa a punto la strategia. Il documento era pronto già ieri sera ma verrà ufficializzato oggi.
«Soddisfatto» ça va sans dire l’assessore Terzi, che ieri ha lanciato anche una raccolta firme per chiedere «la depenalizzazione del reato di disturbo della quiete pubblica per eventi musicali su spazi pubblici». Una «chiamata alle armi della città», ha affermato. L’obiettivo è raccogliere almeno 400mila firme entro il 14 settembre, quando la petizione verrà festeggiata con un maxi-evento alla Bovisa.
Ma si parte già stasera dal popolo degli U2 radunato al Meazza. «Non possiamo permetterci di perdere San Siro come sede dei concerti per colpa dell’eccessiva burocratizzazione. Questi ostacoli su decibel e orari sono eccessivi per cinque show all’anno». Insiste: «Mostreremo che in una democrazia la volontà di 400mila persone conta di più di quella di 40 che hanno rovinato l’immagine di Milano nel mondo», riferendosi ai comitati anti-rumore che intende denunciare. «Con 400-500mila spettatori in un’estate, bisogna tenere presente anche la ricaduta economica sulla città - sottolinea il promoter De Luca -, e due decibel che sono assolutamente ininfluenti all’esterno, ma sono estremamente importanti per il pubblico che sta all’interno dello stadio, non si può farne a meno». Ma c’è il rischio che i limiti milanesi pregiudichino il futuro dei concerti a San Siro. Fa testo il fax inviato a De Luca dal manager degli U2 Paul McGuinness: «Non posso sopportare oltre questa stupidità».
La raccolta firme conta già dei testimonial. Dallo chef a cinque stelle Carlo Cracco («è come chiedere ad un ristorante di non produrre odori o profumi nel condominio», fa un paragone) all’artista Fabio Novembre («gli stadi sono dei templi laici, dobbiamo alzare gli scudi e opporci a queste regole») a Mario Lavezzi («serve al più presto una legge sulla musica, che è cultura popolare e va trattata alla stessa stregua»).
Duro anche il ministro Ignazio La Russa: «Fare i concerti a San Siro senza i necessari decibel è come fare la pasta alla Norma senza melanzane. Che una città come Milano debba misurare i decibel per concerti di altissimo valore è una cosa ridicola». Poi, sempre riprendendo la metafora culinaria, precisa che «se qualcuno dice che si debba mangiare la pasta alla Norma tutti i giorni anch’io io dico no. Fissiamo allora un numero limitato di concerti in un anno, diciamo dodici, facciamo in modo che non ci siano due concerti in due giorni consecutivi, dopo di che per quei giorni i cittadini dovranno farsene una ragione».
Per questa sera e domani, scatta il piano anti-traffico del Comune, con mezzi potenziati, il prolungamento della linea rossa fino all’una e dieci, un servizio di navette fino a Bisceglie e Molino-Dorino, la possibilità di usare nei pressi dello stadio il parcheggio San Leonardo (400 posti) e di San Carlo (1.400).
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