Cronaca locale

La Moratti: «Da Roma risposte poco chiare»

«Serve anche una decisione concreta sulla Biblioteca europea»

Milano chiama, Roma risponde. O almeno ci prova, perché la replica del governo Prodi alla lettera inviata l’altro giorno da Palazzo Marino, non convince del tutto Letizia Moratti. Sarà che il premier è stretto d’assedio tra il pasticciaccio Telecom, manovre fiscali e tagli alle spese che non riesce a far digerire nemmeno ai suoi, ma anche da sotto la Madonnina dopo il cartellino giallo arriva la bocciatura. Sei erano i punti dolenti messi diligentemente in fila dal sindaco che lamentava scarsa attenzione nella Finanziaria e paventava il rischio per il Tavolo Milano di andar gambe all’aria ancor prima di essere apparecchiato. Sicurezza, infrastrutture, Malpensa, finanza pubblica competenze, agenzia per l’innovazione e Biblioteca europea i capitoletti trattati. E per ben poco c’è risposta nella replica arrivata ieri pomeriggio sul tavolo della Moratti a firma di Enrico Letta, il sottosegretario alla presidenza.
«Abbiamo ricevuto un segnale importante e positivo che ci conferma l’istituzione definitiva del Tavolo Milano quale luogo di ascolto da parte del governo delle esigenze del nostro territorio», l’avvio felpato della Moratti dopo aver letto le parole su carta intestata del governo. Rassicuranti a proposito dello «sviluppo futuro di Malpensa», i cui problemi saranno trattati appunto al tavolo comune e non più con «decisioni unilaterali prese in altre sedi». Per quanto riguarda le infrastrutture indispensabili per Milano e la Lombardia e l’Agenzia per l’innovazione, la Moratti chiede con insistenza «copertura nella Finanziaria». «Proprio perché - come evidenzia il Sottosegretario Letta, sottolinea il sindaco - “legati alla programmazione annuale delle attività dei singoli dicasteri”. Si tratta quindi di temi che non possono essere rinviati a successive riunioni del Tavolo per Milano».
Nessuna risposta «chiara e concreta», si lamenta invece la Moratti, su nodi che rimangono irrisolti. Come la «necessità di trasferire ai Comuni adeguate risorse a copertura delle nuove competenze che gli si vogliono assegnare», oppure quella «di riconoscere la virtuosità di un Comune come Milano, restato al di sotto dei tetti di spesa stabiliti dal Patto di stabilità e di vedere perciò considerati gli investimenti per le infrastrutture su ferro al di fuori di tali tetti». Con una nuova sottolineatura di un atteggiamento non proprio imparziale del governo che «con il Decreto Bersani dello scorso luglio prevede tale deroga per Roma, ma sorprendentemente non per Milano». E poi la Moratti incalza con la richiesta «di avere decisioni del governo in merito al finanziamento del progetto della Biblioteca Europea, ormai definito sia nelle sue componenti infrastrutturali che in quelle di costo».
Matita blu sulla sicurezza. «Ci auguriamo - si fa ben più ruvida la Moratti - che “gli aggiustamenti rispetto alla situazione attuale” che saranno contenuti nella Finanziaria non si esauriscano nei cento uomini e nei due commissariati già programmati dal governo precedente e già in via di realizzazione.

Non sarebbe questa una risposta sufficiente alle richieste che abbiamo fatto perché siano resi disponibili per il presidio del territorio 500 uomini delle forze dell’ordine liberi da incarichi d’ufficio».

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