Moratti: «Su Malpensa violati i patti con la Sea»

Formigoni: «Scelte discriminatorie nei confronti dei cittadini, si tratta di un atto di guerra contro il Nord: faremo valere i nostri diritti in ogni sede»

Roberto Formigoni, Letizia Moratti e, per interposta persona, Filippo Penati (Regione Lombardia, Comune e Provincia di Milano) ieri hanno protestato a gran voce per il taglio di collegamenti da e per Malpensa che l’Alitalia si appresta a decidere. Oggi il consiglio di amministrazione della compagnia varerà le linee di un piano industriale centrato sulla contrazione dei costi e, di conseguenza, sulla riduzione di voli e di network. Parte delle tratte intercontinentali operate dallo scalo lombardo saranno cancellate o trasferite a Roma (in particolare, India e Cina); di conseguenza sarà ridotto anche il sistema di collegamenti che da tutta Italia porta a Malpensa i passeggeri che devono imbarcarsi per voli di lungo raggio.
La protesta (preventiva) è stata molto energica, e per il piano di Alitalia sono state spese parole dure: «irrazionale», «errore gravissimo», un «atto di automutilazione», «piano scritto dai sindacati» (Formigoni), «illogico», «in violazione dei patti sottoscritti con Sea nel 2002» (Moratti), «suicida», «scellerato» (Leonardo Carioni, presidente Unione province lombarde).
Tuttavia, tutti hanno insistito, Formigoni e la Moratti in particolare, che Malpensa non sarà comunque penalizzata dalle scelte dell’Alitalia, perché «c’è la coda di altri vettori per riempire i vuoti lasciati»; né, con Malpensa, subirà conseguenze la Sea, la società di gestione, che «sostituirà Alitalia con altri clienti»; e, infine, i cittadini-passeggeri, troveranno altre compagnie pronte a soddisfare la loro domanda. Ebbene? Perché allora tanto accalorarsi? Risponde Formigoni: «L’Alitalia si appresta a fare delle scelte discriminatorie nei confronti del Nord. È una compagnia statale, deve a maggior ragione salvaguardare l’uguaglianza dei cittadini. Faremo valere i nostri diritti in ogni sede». Quanto alle scelte aziendali di Alitalia «mi interessano come cittadino, sia perché si tratta di denaro pubblico, sia perché viaggiare con il tricolore sul timone mi emoziona».
La verità è che, dietro alle dichiarazioni pubbliche, serpeggiano preoccupazioni gigantesche. Sebbene Malpensa sia considerato dalle statistiche e dai numeri uno dei migliori aeroporti europei, l’equazione nel mondo aeronautico è molto semplice: non esiste un grande aeroporto senza una grande compagnia di riferimento, e viceversa. Il ridimensionamento di Alitalia provocherebbe un ridimensionamento anche dello scalo (con tutto quello che ne deriva); non, probabilmente, in termini di numero di passeggeri, che utilizzerebbero servizi altrui. Ma in termini di sistema complessivo; sarebbe, dopo tutti gli sforzi e gli investimenti fatti, il vero declino del ruolo di hub, ovvero di scalo di snodo di traffico, nel quale passeggeri raccolti in tutta Italia (e oltre) si avviano alle grandi destinazioni intercontinentali. Formigoni ha promesso azioni a livello governativo.

Ha assicurato che sono in corso contatti per assicurare nuova massa critica allo scalo. E ha lasciato intravedere una minaccia: «La Regione - ha detto - ha competenze in tema di regolamentazione degli aeroporti. Questo potrebbe avere conseguenze per Alitalia...».

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