«Ciao Moro» è stato lultimo saluto della città e dei tifosi di Livorno a Piermario Morosini. Un breve, intenso e doloroso saluto da parte della città che da due mesi e mezzo lo aveva adottato. Circa 7-8 mila i livornesi che hanno fatto da scenario alla veglia funebre. Dopo lapertura del grande cancello della «gradinata Nord», il carro funebre che trasportava il feretro del giocatore amaranto, ha fatto il suo ingresso nello stadio «Armando Picchi», transitando lentamente sotto la curva gremita di tifosi. I supporter amaranto hanno intonato diversi cori, alternati alle canzoni di Jovanotti e Ligabue, i suoi preferiti. Presenti in tribuna autorità, oltre al presidente Aldo Spinelli, anche il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, e lEmpoli calcio, con la rosa al suo completo. «Nellamore noi siamo salvi, nellamore noi ricordiamo il nostro fratello, che continua a vivere Tu continuerai a essere, ma solo nellamore. Buon viaggio». Parole del vescovo di Livorno, monsignor Giusti.
Tutto in quei maledetti sei minuti e 24 secondi. Tanto quanto è passato dal momento del malore di Piermario Morosini al 2941 del primo tempo allattimo in cui lambulanza lo ha portato poi via verso lospedale al 3605. Un intervallo di tempo dove cè racchiusa la vita e la tragedia del centrocampista del Livorno. Linchiesta della Procura di Pescara riparte quindi dal tempo intercorso per i soccorsi e vira poi verso il lavoro dei periti che hanno iniziato ad analizzare a Chieti i reperti dellautopsia.
Intanto la Lega di B ha deciso che si giocherà martedì 15 maggio (ore 20.45) la prosecuzione di Pescara-Livorno, sospesa al 30 del primo tempo.
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