La morte di Piermario Dal malore alla partenza dell’ambulanza 6’24“

«Ciao Moro» è stato l’ultimo saluto della città e dei tifosi di Livorno a Piermario Morosini. Un breve, intenso e doloroso saluto da parte della città che da due mesi e mezzo lo aveva adottato. Circa 7-8 mila i livornesi che hanno fatto da scenario alla veglia funebre. Dopo l’apertura del grande cancello della «gradinata Nord», il carro funebre che trasportava il feretro del giocatore amaranto, ha fatto il suo ingresso nello stadio «Armando Picchi», transitando lentamente sotto la curva gremita di tifosi. I supporter amaranto hanno intonato diversi cori, alternati alle canzoni di Jovanotti e Ligabue, i suoi preferiti. Presenti in tribuna autorità, oltre al presidente Aldo Spinelli, anche il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, e l’Empoli calcio, con la rosa al suo completo. «Nell’amore noi siamo salvi, nell’amore noi ricordiamo il nostro fratello, che continua a vivere Tu continuerai a essere, ma solo nell’amore. Buon viaggio». Parole del vescovo di Livorno, monsignor Giusti.
Tutto in quei maledetti sei minuti e 24 secondi. Tanto quanto è passato dal momento del malore di Piermario Morosini al 29’41” del primo tempo all’attimo in cui l’ambulanza lo ha portato poi via verso l’ospedale al 36’05”. Un intervallo di tempo dove c’è racchiusa la vita e la tragedia del centrocampista del Livorno. L’inchiesta della Procura di Pescara riparte quindi dal tempo intercorso per i soccorsi e vira poi verso il lavoro dei periti che hanno iniziato ad analizzare a Chieti i reperti dell’autopsia.
Intanto la Lega di B ha deciso che si giocherà martedì 15 maggio (ore 20.45) la prosecuzione di Pescara-Livorno, sospesa al 30’ del primo tempo.

Polemico Zdenek Zeman: «Noi dopo la morte di Franco Mancini abbiamo dovuto giocare la partita col Bari: dopo la scomparsa di Morosini giustamente non si è giocato. Due tragedie che addolorano tantissimo. Si possono accomunare, anche se c’era un pò di differenza di età, ma mi dispiace che siano state trattate diversamente».

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