Roma - Scontro aperto. A colpi di accuse. Gli industriali tacciano il governo di "demagogia". Dall'esecutivo oggi Ferrero, ieri era stato Damiano, a parlare di "indignazione" per le posizioni degli industriali. "Nessuno mette in dubbio che l’impresa che non rispetta le norme debba essere sanzionata. Ma la sanzione deve risultare sempre proporzionata alla gravità della mancanza". Questa, in sintesi, la posizione di Confindustria espressa dal vice presidente Alberto Bombessei. Secondo Bombassei le posizioni anti-Confindustria espresse in queste ore "sono intrise di demagogia e le imprese chiedono che nessuno strumentalizzi accadimenti così drammatici". Sono proprio le imprese - sottolinea - "che da tempo invocano un Testo Unico che serva a dare maggiori certezze ai datori di lavoro ed ai lavoratori. Nessuno è contrario a questo provvedimento. Le questioni che stiamo ponendo nel confronto in corso con il governo, sono di natura esclusivamente tecnica e di mero buon senso". Bombassei fa notare che "solo nelle ultime ore è stata consegnata la parte riferita alle cosiddette norme tecniche che, attenzione, costituiscono i nove decimi dell’intero impianto normativo. Come si può pensare - prosegue - che sia possibile valutare con serietà nel giro di poche ore qualcosa come 300 articoli e confrontarli con le leggi vigenti, con le direttive europee, con le normative abrogate o da abrogare. Non faremmo un buon servizio né alle imprese né ai lavoratori, e quindi al Paese, se dessimo un superficiale consenso ai testi ricevuti senza dedicare quell’attenzione richiesta dall’importanza e dalla complessità della normativa specifica".
Ferrero Il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, replica con asprezza alle accuse di Bombassei. "L’indignazione - ha detto Ferrero - è solo per quegli industriali che non vogliono una legge sulla sicurezza che tuteli quelli che rischiano la vita, cioè i lavoratori". Se il governo non va avanti sul decreto, nonostante le resistenze degli industriali "per quanto mi riguarda - aggiunge Ferrero - non parteciperò più alle riunioni del consiglio dei ministri, perché sarebbe una vergogna.
Il governo deve procedere comunque, perché è evidente che Confindustria considera la sicurezza una variabile economica e non una priorità per il ciclo produttivo. E quindi - conclude - è giusto che ci sia una legge che la riporti al suo valore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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