Cultura e Spettacoli

Morto Ivan Della Mea, cantore dell'impegno "militante"

Il cantautore, poeta e scrittore è morto a Milano. Con Gianni Bosio fu tra i fondatori del Nuovo canzoniere Italiano. Era direttore dell’Istituto Ernesto De Martino

Morto Ivan Della Mea, cantore 
dell'impegno "militante"

Milano - E' morto la notte scorsa all’ospedale San Paolo di Milano il cantautore, poeta e scrittore Ivan Della Mea. Aveva 69 anni. Nato a Lucca il 16 ottobre 1940, si era presto trasferito a Milano dove, insieme a Gianni Bosio, fu tra i fondatori del Nuovo canzoniere Italiano. Dagli anni Novanta era direttore dell’Istituto Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino.

La canzone come impegno Della Mea è stato uno dei personaggi simbolo della canzone militante italiana e del lavoro di recupero e riscoperta della tradizione popolare, che dagli anni Sessanta in poi ha rappresentato una appendice musicale della lotta politica. Cantautore e scrittore, era nato a Lucca nel 1940, il suo vero nome era Luigi, ma la sua attività si è svolta a Milano dove si era trasferito giovanissimo e dove ha cominciato a scrivere canzoni, anche per Milly. Di quel periodo, il brano più famoso è Cara Moglie. Per la sua carriera di autore e di militante l’incontro fondamentale è stato quello con Gianni Bosio, con il quale ha fondato il Nuovo Canzoniere Italiano, un cenacolo di intellettuali, ricercatori e interpreti che ha avuto un ruolo decisivo nella scoperta e nella diffusione più ampia della tradizione popolare e dei canti di protesta. Insieme a personaggi come Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli, Michele Straniero, Della Mea con i Dischi del Sole, una collana fondamentale per la cultura italiana, ha documentato una stagione in cui la musica accompagnava, da un lato, i fermenti giovanili degli anni Sessanta e, dall’altro, testimoniava dello stretto legame tra la politica della sinistra e le lotte del nostro Paese.

Il successo al cinema Ivan Della Mea è stato un cantautore di tipo particolare che ha avuto alle spalle anche esperienze cinematografiche come quella del curioso western Tepepa, scritto insieme a Franco Solanas e interpretato tra gli altri da Thomas Milian e Orson Welles, così come nel 1979 ha fatto l’attore per I Giorni Cantati di Paolo Petrangeli, insieme a Roberto Benigni, Mariangela Melato e Giovanna Marini. Negli anni Novanta è stato anche il direttore dell’Istituto De Martino, uno delle più prestigiose istituzioni dell’antropologia musicale italiana. Tra i titoli più famosa della sua discografia il Rosso è diventato giallo, Se qualcuno ti fa morto, La nave dei folli e La piccola ragione di allegria. Con lo steso titolo di una delle sue canzoni più note, A quel omm, Isabella Ciarchi ha realizzato di recente un documentario intervista, con interventi di amici e colleghi, ricostruendo il ritratto di un artista e di un intellettuale impegnato, senza dimenticare il suo lato umano.

La lettera a Bertinotti Due anni fa, nel luglio 2007, pubblicò una lettera aperta a Bertinotti sul Manifesto, in cui, tra l’altro, scriveva: "Noi, noi classe noi massa noi icchè ti pare, noi siamo stati l’etica della sinistra, quella che è stata distrutta nel nome della ragione di partito sempre più coincidente con la ragione di potere, spesso, sempre quasi, molto personale. E questo, caro Fausto, fu a mio avviso l’errore più grave che non abbiamo saputo o voluto vedere". Della Mea si lascia alle spalle anche una discreta bibliografia (ultimo libro pubblicato il romanzo autobiografico Se la vita ti da uno schiaffo, Jaca Book 2009), della quale fa parte pure qualche giallo e una ampia pubblicistica che completa il ritratto di un personaggio complesso, che appartiene, insieme a Giovanna Marini e Paolo Pietrangeli, a una generazione che si è misurata su più fronti.

cercando di cambiare questo paese, conciliando militanza culturale e politica, e che ha sempre avuto un rapporto complesso con le istituzioni. 

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