Mosca - Mosca «condivide in pieno il rifiuto espresso da Belgrado» alla proclamazione d’indipendenza del Kosovo. E il governo russo passa subito dalle parole ai fatti: chiede e ottiene una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per discutere la questione. Alle 19 di ieri (ora italiana) la riunione ha avuto inizio: il rappresentante di Vladimir Putin pretende che l’Onu dichiari «nulla e non avvenuta» l’indipendenza della provincia secessionista serba. Curiosamente, dopo alcuni minuti dall’avvio della seduta, è stata annunciata la sospensione a causa della mancanza di un numero adeguato di interpreti. Alle 21 la discussione riprende a porte chiuse, come da regolamento. Poi un’altra sospensione, definitiva: il consiglio è diviso. Una nuova riunione è prevista oggi, presente stavolta anche il presidente serbo Boris Tadic.
La Russia, storico alleato della Serbia, sta giocando una partita diplomatica molto importante sulla questione del Kosovo. Attraverso il sostegno incondizionato alla causa di Belgrado, Mosca spera di impedire il passaggio della Serbia nel campo occidentale, già avviato con la vittoria del candidato filoeuropeo Tadic alle recentissime elezioni presidenziali.
Il Cremlino si è sempre opposto all’indipendenza del Kosovo sostenendo che questa darà il via a una serie incontrollabile di rivendicazioni in tutta Europa. I fatti sembrano dargli ragione. La Repubblica serba di Bosnia già chiede di avere per sé ciò che viene concesso a Pristina.
E diversi Paesi europei, tra cui la Spagna, la Romania, la Slovacchia, la Bulgaria, la Georgia e Cipro - tutti variamente preoccupati da possibili rivendicazioni secessioniste - sono avviati a non riconoscere l’indipendenza del Kosovo. Cosa che invece si apprestano a fare Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia. Oltre, naturalmente, agli Stati Uniti, grandi sponsor dell’operazione Kosovo indipendente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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