Mosca - La Duma, il ramo basso del parlamento, ha approvato oggi all’unanimità la sospensione del trattato sulla limitazione delle armi convenzionali in Europa (Cfe). La moratoria entrerà in vigore dal 12 dicembre, dopo l’approvazione da parte del Senato e della promulgazione da parte del presidente russo Vladimir Putin. Proprio Putin aveva annunciato il 26 aprile scorso, durante il suo discorso alla nazione, la sua intenzione di proporre una moratoria del Cfe, nell’ambito del braccio di ferro con Washington sullo scudo spaziale in Europa, che Mosca vede come una minaccia alla propria sicurezza. Una proposta subordinata all’esito di una discussione, poi naufragata, nel consiglio Nato-Usa. Per questo il 14 luglio il leader del Cremlino emanò il provvedimento di sospensione del trattato, oggi approvato dalla Duma. Il 12 dicembre, tra l’altro, scadono i 150 giorni previsti per l’entrata in vigore del decreto dopo la sua notifica ai Paesi interessati. La motivazione della moratoria è legata alla mancata ratifica del trattato da parte di tutti i Paesi della Nato.
"Cfe, siamo pronti a ridiscuterlo" Mosca, con la decisione della Duma, prosegue nella politica del bastone e della carota, tanto da lasciare aperta la porta del dialogo sul Cfe, sottolineando che la moratoria non significa uscire dal trattato e che c’è la disponibilità a siglarne uno nuovo: lo ha annunciato il vice ministro degli Esteri Serghei Kisliak intervenendo prima del voto per illustrare il provvedimento di moratoria proposto da Putin.
"Prima di pensare però a grandi trattati su larga scala è necessario che i nostri partner facciano quello che abbiamo concordato", ha precisato. "Le condizioni per iniziare nuovi colloqui non appaiono brevi con la perdita del Cfe", ha proseguito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.