Moschea a Milano: a sorpresa il Comune la mette in bilancio

Chissà se basterà averlo scritto nero su bianco. Del resto, il 2011 è lungo e se l’argomento moschea sarà tabù prima delle elezioni, dopo sarà quasi impossibile rinviare ancora il caso. Dopo le disponibilità a voce, l’impegno a partecipare «attivamente» al tavolo istituito dalla prefettura, con Regione Lombardia e Provincia, su indicazione del Ministero degli Interni «per trovare una soluzione compatibile con il territorio al problema dei luoghi di culto per i fedeli di religione musulmana» è scritto anche nel Bilancio di previsione per il 2011. É nella relazione preparata dall’assessorato alle Politiche sociali allegata al documento economico che approderà in aula prima di Natale. Pagina 189, capitolo Tavolo interistituzionale per l’integrazione. Quando sarà il momento e se le istituzioni decideranno che è tempo per la grande moschea o diversi luoghi di culto islamici, Palazzo Marino farà la propria parte (anche economica, evidentemente).
Milano nel documento è definita tra le realtà a più alta densità di immigrati: erano il 14% nel 2009, sono saliti al 16 in un anno. E segna «un elevato incremento degli stranieri nelle zone 2, 8 e 9». Già da gennaio è in vigore l’obbligo per gli immigrati di firmare con il permesso di soggiorno anche l’«Accordo di integrazione», che li impegna a imparare l’italiano e a partecipare a corsi di educazione civica per conoscere i fondamenti della Costituzione.

Ma il Comune ora puntualizza che «anche se le azioni sono in capo alla prefettura e agli enti di formazione accreditati», dovranno vedere in futuro «la partecipazione attiva dell’amministrazione, almeno nel monitoraggio dell’applicazione». Che evidentemente necessita di un controllo.

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