La moschea di viale Jenner rischia di crollare

La denuncia arriva dal comitato cittadino Jenner Farini, lo stesso che si batte da anni perché agli islamici venga trovato un altro posto per pregare e non più in quel palazzo a pochi metri da casa loro. E gli stessi che ora dicono che alcune parti della strutture della moschea sono pericolanti e a rischio crollo. L’intero edificio in realtà è in uno stato di degrado, «ci sono pezzi di ferro in vista e calcinacci». Ma secondo il comitato, quelle esposta a maggior pericolo sarebbero le zone vicino ai garage di alcuni residenti. «Non è possibile affrontare il Ramadan in queste condizioni - spiegano ancora i rappresentanti del comitato cittadino -. Durante quel periodo, la moschea è sempre molto frequentata e il rischio di un crollo aumenta». Poco più di due mesi fa era stato lo stesso direttore dell’istituto islamico, Abdel Shaari a scrivere una lettera al sindaco in cui diceva che loro sarebbero stati disposti a mettere fino all’ultimo centesimo, se il Comune avesse trovato loro una soluzione dignitosa per la preghiera. La Moratti aveva scritto al ministero e perché prendesse in esame una normativa nazionale che regolamentasse i luoghi di culto.

E in mezzo ci sono i residenti che continuano a ripetere che la moschea di viale Jenner, al di là del Comune e della comunità musulmana, è una criticità aperta, irrisolta, una problematica che si trascina da vent’anni. Come se non bastasse ora, ci si aggiunge anche il rischio di un crollo.

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