Mostra All’Hangar Bicocca l’arte in difesa delle «terre vulnerabili»

Nuovo appuntamento dedicato all’arte contemporanea nei suggestivi spazi dell’Hangar Bicocca. «Interrogare cio' che ha smesso per sempre di stupirci» è la seconda mostra che inaugura oggi e che prosegue il progetto «Terre Vulnerabili» sotto la direzione artistica di Chiara Bertola. La seconda mostra vede la presenza di altri otto importanti artisti, di nuovo personalità molto diverse tra loro, con lavori differenti per dimensioni e materiali, alcuni di forte impatto emozionale, altri più concettuali; in tutti il concetto di vulnerabilità è declinato in modo personale. Il grande urbanista e architetto Yona Friedman, presente già nel primo quarto con la videoanimazione «La terra spiegata a visitatori extraterrestri», costruisce una sorta di Labirinto dal titolo «Une ville Spatiale pour Artistes», struttura leggera e dinamica in cartone ondulato, per ospitare i lavori di altri artisti. Anche Christiane Löhr, dopo aver presentato Feld all'interno dello shed, crea una nuova opera nella parte alta dell'Hangar dal titolo Piccola colonna infinita. Carlos Garaicoa propone una istallazione molto forte sul tema dell'informazione, mostrando la visione di chi per un giorno ha il potere di controllare e diffondere notizie e immagini che tutto un Paese riceve. Bruna Esposito realizza una sorta di piccolo altare laico, dedicato alla paura della morte.

I giovani artisti di Invernomuto - selezionati per il Progetto Chiavi in mano sostenuto da Fondazione Cariplo, per formare, produrre, divulgare e promuovere il lavoro degli esordienti - presentano una grotta in cera destinata a dissolversi nel tempo della mostra.

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