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Alfa Romeo Spider, il Duetto della discordia

Per tutti l'Alfa Romeo Spider è il "Duetto", ma questo nome ha cessato di esistere dopo poche unità per un caso di omonimia con la Pavesi

Alfa Romeo Spider Duetto "Osso di Seppia"
Alfa Romeo Spider Duetto "Osso di Seppia"

Il fragore di carburatori scoppiettanti, un preciso cambio a cloche, una linea seducente e ammiccante. Questi sono gli ingredienti principali dell’Alfa Romeo Spider, la nuova creatura prodotta dalla fabbrica italiana che ha tutte le carte in regola per fare breccia in coloro che hanno il Biscione tatuato sul cuore. La missione più complicata è quella di dare una degna erede alla Giulietta Spider, icona della Dolce Vita, un’auto che ha fatto sognare una generazione intera. Affidandosi ancora una volta alla matita di Pininfarina, l’Alfa Romeo partorisce un altro prodotto capace di incantare ed emozionare. Lo schema è il solito, due posti secchi, tetto in tela da scoprire manualmente e la meccanica della nuova Giulia sotto all’elegante vestito. Ancora una volta la casa di Arese ha fatto centro. È il 1966, la scoperta milanese debutta in società al Salone di Ginevra, conquistando tutta la platea della kermesse elvetica. Nessuno sa ancora che questo prodotto durerà fino al 1994, rimanendo sempre fedele a sé stesso, anche dopo quattro generazioni diverse.

Il concorso a premi

Rimane ancora una questione da risolvere: quale nome dovrà indossare con orgoglio il nuovo gioiello del Biscione. Nelle menti dei piani alti della casa italiana balena l’idea che debba essere qualcosa di romantico, che sappia esprimere al meglio la personalità di una vettura che nasce proprio per far innamorare. La parola, tuttavia, passa alla gente comune, perché l’Alfa Romeo decide di indire un concorso pubblico, intitolato: "Spider 1600: dategli il nome. Diventerà famoso”. Alla mente più creativa e brillante spetta un premio coi fiocchi: un nuovo e scintillante esemplare di 1600 Spider da portare nel proprio garage di casa, facendo morire di invidia tutto il vicinato. Per partecipare a questa competizione, vengono distribuite su larga scala delle apposite schede da ritirare presso le concessionarie Alfa di tutta Europa. Il format piace, stimola la fantasia dei molti appassionati, tanto che la risposta è ben oltre le attese: ad Arese arrivano 140.501 schede, delle quali circa 15.000 provenienti dall'estero, compresa quella del principe d’Olanda. A leggere ciò che perviene negli uffici del Portello, c’è da impazzire: Squalo, Sabrina, Giuliana, Donata, Patrizia; nomi di pesci, di venti, di fiori, così come quelli di località turistiche, da Acapulco a Capri. Poi i nomi delle artiste, delle dive, delle regine, delle principesse. Altrettanto quotati quelli di condottieri, di piloti famosi, come Nivola o Nuvolari, o di uomini sommi del passato, come Michelangelo, Dante o Leonardo. Le opzioni più gettonate in assoluto, però, sono "Pininfarina" e "Pinin", per rendere omaggio al grande carrozziere da poco scomparso.

Alla fine, tuttavia, la commissione decide che quelle denominazioni, seppure evocative, non sono adatte alla nuova Spider. Dal cilindro allora salta fuori la proposta "Duetto", che piace particolarmente al poeta Leonardo Sinisgalli, presidente della giuria preposta che la confezionerà in questo modo: “Due sillabe, dalla pronuncia pulita, chiara, e anche dalla grafia stretta, con queste D e queste T, è già un bel nome, un nome raffinato. È un nome il cui senso non si consuma subito e che vorrà dire armonia doppia, nel senso che questa macchina realizza un’armonia tra la grazia e la forza, e nello stesso tempo armonia in coppia, cioè tra chi la guida ed il suo o la sua partner”. A spuntarla tra le migliaia di proponenti è Guidobaldo Trionfi di Brescia. L’uomo, la mattina del 17 giugno 1966, si sveglia felice con un meraviglioso sorriso stampato in volto, perché ad aspettarlo alla sede del Portello c’è il presidente dell’Alfa Romeo in persona, Giuseppe Luraghi, con una fiammante 1600 Spider bianca. Dopo la festa e le foto di rito, può saltare a bordo della sua decappottabile, girare la chiave e tornare casa con la sua Duetto. Sarà uno dei pochi a potersi vantare di avere una vera Spider Duetto, perché solamente dopo 190 esemplari l’Alfa Romeo dovrà rinunciare a questo appellativo per un increscioso caso di omonimia.

La controversia con la Pavesi

Soltanto un anno prima, nel 1965, la Pavesi, società produttrice di cracker, biscotti e altri dolciumi aveva lanciato sul mercato una merendina alla vaniglia e al cacao, che si chiama proprio “Duetto”. Ne nasce un contenzioso legale sull’uso improprio di questo nome da parte dell’Alfa Romeo, che sarà costretta dal Tribunale di Milano a rinunciare al desiderato appellativo per la sua auto. Nonostante la sconfitta nelle aule di giustizia, questo nome rimarrà nell’immaginario collettivo di tutti appiccicato alla vettura, contraddistinguendo la Spider fino alla fine dei suoi giorni.

Alfa Romeo Spider: quattro generazioni distinte

Dal 1966 al 1994 si sono susseguite quattro differenti generazioni di Alfa Romeo Spider. La prima è stata la cosiddetta “Osso di Seppia”, distinguibile per una coda tondeggiante e resa famosa in tutto il mondo per essere l’auto di Dustin Hoffman nella premiata pellicola “Il Laureato”, mentre la seconda è la “Coda Tronca” prodotta dal 1969 fino al 1982, caratterizzata da un taglio netto del posteriore. La più discussa è la terza serie, in commercio dal 1982 al 1989 e chiamata “Aerodinamica”, decisamente figlia dei suoi tempi e riconoscibile per l’appendice in materiale sintetico nel retro. L’ultima è chiamata “Elegante”, forse la più raffinata e quella con le linee più pulite. Tutte sono firmate da Pininfarina. Ogni esemplare però è capace di stimolare i sensi, una volta seduti al suo interno, facendosi baciare dal sole e cullare dal vento.

L’ideale è avere il proprio partner accanto, per dar vita a un vero Duetto.

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