Lucchinelli mette la propria firma sul GP di San Marino del 1981

Lucchinelli vince una gara difficile in cui la pioggia finale spariglia le carte. La storia del GP di San Marino del 1981, quando la MotoGP non esisteva ancora

Lucchinelli mette la propria firma sul GP di San Marino del 1981
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La classe regina del motomondiale, la 500, partecipa per la prima volta nella propria storia al GP di San Marino che, per l'occasione, viene corso in un circuito spesso protagonista del calendario: l'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. La pista è tecnica e veloce, coi suoi sali e scendi che possono nascondere delle pericolose insidie. La stagione 1981 è molto particolare perché conta su 14 tappe, ma non tutte vengono disputate (Argentina, Cecoslovacchia e Spagna). A contendersi la palma di campione ci sono l'americano Kenny Roberts, iridato nelle tre edizioni precedenti, e l'italiano Marco Lucchinelli. Quest'ultimo è un idolo delle folle con il suo fare scansonato e smargiasso, ma in sella alla sua Suzuki fila come un demonio.

Kenny Roberts si ritira prima della partenza

I favori del pronostico sono tutti per Lucchinelli, che arriva a Imola forte del primo posto in classifica piloti grazie anche ai due successivi consecutivi che è riuscito a mettere a referto. Al sabato il pilota ligure conquista persino la pole position, piazzando la propria Suzuki, col numero 2 sulla carena, davanti a tutti. La domenica, tempo di gara, le tribune aspettano sulla griglia di partenza anche il suo grande rivale, Kenny Roberts, autore del secondo tempo nelle qualifiche. La marea di appassionati ama assaporare il cofronto tra quei due centauri, tuttavia l'attesa sarà vana, perché l'americano è costretto al forfait. La Yamaha con carena numero 1 non gareggerà. Il motivo? Un'intossicazione alimentare. Benedetta fortuna esclamano i supporter di "cavallo pazzo", ma vincere la gara non sarà comunque un'impresa facile. Lucchinelli è un pilota spettacolare e spericolato, ma troppo spesso è autore di pesanti tonfi e cadute. Stavolta ha l'obbligo di restare - quanto meno - saldo sulla sua sella.

Sull'articolato asfalto di Imola batte un sole cocente, la temperatura è molto calda, perché siamo nel pieno del vigore dell'estate italiana. Il calendario infatti segna il 12 luglio. Al via Lucchinelli non è il più veloce e si fa soffiare la prima posizione da Berry Sheen, l'indiavolato pilota britannico che corre con la Yamaha numero 6, ma niente paura perché Lucchinelli sa che prima o poi arriverà il suo momento. Nel frattempo, studia il suo avversario seguendolo a vista. Crosby e Mamola, altri due piloti alla ricerca disperata della vittoria, formano un quartetto con i primi due, ma il ritmo imposto da Sheen li fa presto decadere.

La pioggia benedice Lucchinelli

Quando il gioco si fa duro, Lucchinelli e Sheen intraprendono un duello vero e aspro, dove mancano soltanto cappa e spada. Quando l'italiano rompe gli indugi, per il britannico non resta che inseguire. Cavallo Pazzo butta la sua Suzuki su e giù per le colline di Imola come se compisse una danza tribale e forse è per quello che, a un tratto, sul cielo di Imola iniziano ad addensarsi delle perigliose nuvole nere cariche di pioggia. Quando la gara è ancora in corso, il temporale non fa prigionieri e scatena la sua virulenza sulla strada. La direzione gara decide di interrompere la competizione e, mancando pochi giri al termine, di congelare le posizioni in classifica. A festeggiare è ovviamente l'idolo di casa, Marco Lucchinelli, che centra la sua terza vittoria consecutiva.

Il suo primo posto al GP di San Marino gli permette di mettere le ali e di ipotecare il titolo mondiale che, alla fine dell'anno, sarebbe giustamente arrivato. La fortuna aiuta gli audaci e nessuno può mettere in dubbio il coraggio di un temerario come Lucchinelli.

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