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"Scagionato dalle accuse". Horner resta alla Red Bull. Ecco cosa è stato deciso

Il team di Milton Keynes ha assolto Horner dalla accuse di "comportamenti inappropriati" verso una dipendente. Le indagini interne della scuderia hanno portato alla decisione

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Christian Horner può tirare un sospiro di sollievo: il team principal della Red Bull è stato scagionato da ogni accusa. Dopo le anticipazione del The Times, ora c'è anche la comunicazione ufficiale della scuderia di Milton Keynes. Horner resta al suo posto dopo essere finito sotto indagine interna per le accuse di "comportamenti inappropriati" nei confronti di una dipendente.

"L'indagine indipendente sulle accuse mosse contro il signor Horner è stata completata e la Red Bull può confermare che la denuncia è stata respinta", si legge in una nota dell'azienda, che precisa come però la donna che ha accusato Horner abbia "il diritto di presentare ricorso". Dalla Red Bull ci tengono a sottolineare che l'indagine è stata condotta in maniera "equa, rigorosa e imparziale. Il rapporto dell'indagine è confidenziale e contiene le informazioni private delle parti e dei terzi che hanno collaborato alle indagini, e pertanto non commenteremo ulteriormente per rispetto di tutti gli interessati. Red Bull continuerà a impegnarsi per soddisfare i più alti standard sul posto di lavoro".

Il 50enne britannico, che aveva sempre negato quanto imputatogli, nelle scorse settimane aveva incontrato i legali esterni della Casa austriaca per spiegare la propria versione. L’incontro era durato diverse ore. Dopo il faccia a faccia con il pool di avvocati chiamati a fare chiarezza sulla vicenda, l'indagine è andata avanti, mentre Horner aveva preso parte sia alla presentazione ufficiale della nuova monoposto che ai test pre Mondiale 2024.

Intanto Horner domani sarà regolarmente al suo posto per le prime libere in Bahrain. É tutto pronto per il primo appuntamento del Mondiale di Formula Uno a Sakhir. La stagione 2024 della Formula 1, la più lunga nella storia con ben 24 GP in programma, partirà sabato 2 marzo con il GP del Bahrain, avrà in Max Verstappen, e di conseguenza nella scuderia di Milton Keynes, il favorito d'obbligo.

La ricostruzione

Il caso era venuto alla luce a inizio mese: era stato il quotidiano olandese "De Telegraaf" a parlare per primo delle accuse nei confronti del 50enne manager inglese, con la Red Bull - intesa come azienda principale - che aveva confermato di aver avviato un'indagine indipendente affidata a un avvocato esterno specializzato.

Una dipendente della scuderia ha accusato il team principal di "comportamenti inappropriati". Secondo la Bild, avrebbe inviato foto inappropriate alla donna nelle scorse settimane, dopo di che la dipendente ha deciso di denunciarlo. Le dimensioni dello scandalo si sono poi ingigantite con ulteriori indiscrezioni del "De Telegraaf" riguardanti "messaggi sessualmente trasgressivi di Horner con tentativo di pagare la vittima per insabbiare la questione", fino al verdetto odierno che fa luce sul comportamento del manager, oggetto di una capillare indagine interna da parte del team.

Horner aveva sempre negato e, in occasione della presentazione ufficiale della RB20, aveva tenuto a sottolineare che "il team è molto unito", evitando poi ulteriori commenti anche in occasione dei test in Bahrain. Dalla Fia e dagli altri team era stata chiesta rapidità e trasparenza a riguardo ("la questione va affrontata velocemente perché questi titoli non fanno bene alla Formula Uno", aveva sottolineato Zak Brown, Ceo della McLaren)

A questo punto Horner, sposato dal 2015 con l'ex Spice Girl Geri Halliwell, potrà portare avanti il suo lavoro alla Red Bull, dove è arrivato nel 2005 guidando il team a sette Mondiali piloti e sei titoli Costruttori, gli ultimi dei quali nella passata stagione dove la scuderia austriaca ha vinto 21 Gran Premi su 22.

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