Di neonati nutriti da animali sono piene le leggende e le cronache, da Romolo e Remo in poi, ma gli scienziati argentini, e prima di loro i cinesi, sembrano intenzionati a far diventare la «leggenda» ordinaria routine. Una sorta di horror modello Frankenstein .
Nei laboratori del National Institute of Agrobusiness Technology è nata infatti Rosita Isa, una mucca che, una volta cresciuta, dovrebbe essere in grado di fornire latte con delle componenti umane «specifiche per rinforzare il sistema immunitario.
«La mucca clonata - si legge nel comunicato del laboratorio argentino - è nata il 6 aprile con un parto cesareo dovuto al fatto che alla nascita pesava 45 chilogrammi, il doppio di un bovino normale. Nel suo Dna sono stati introdotti due geni umani, che però possono essere espressi solo nella ghiandola mammaria durante l’allattamento».
Gli scienziati argentini hanno inserito nel Dna della mucca i geni che producono la lattoferrina, una proteina che rinforza il sistema immunitario, e il lisozima, un’altra sostanza antibatterica.
L’annuncio segue quello fatto qualche tempo fa dagli scienziati di Pechino, che hanno affermato di avere un’intera mandria di 300 mucche transgeniche che già producono un latte simile a quello umano che dovrebbe entrare in produzione entro tre anni: «Spero che in nessuno dei due casi si voglia usare il latte per sostituire quello materno perché ci sono delle enormi difficoltà - afferma Roberto Defez, ricercatore dell’istituto di genetica e biofisica del Cnr - il latte degli erbivori è “studiato” dalla natura per degli animali che appena nati devono scappare, e quindi è molto più ricco di quello dei carnivori, i cui piccoli passano molto tempo fermi e quasi ciechi. Al massimo questo latte potrebbe essere usato per rinforzare i bambini o gli adulti, anche se dovrebbe sottostare a una serie di controlli e autorizzazioni enorme per essere messo in commercio».
Secondo l’esperto per aiutare l’uomo è meglio rivolgersi alle piante: «L’ideale in questi casi è allontanarsi il più possibile dalla specie umana - spiega l’esperto - è molto
più sicuro far produrre un anticorpo umano a una pianta che a un altro animale, perchè noi non abbiamo patogeni condivisi con i vegetali, e quindi non c’è il pericolo che ci vengano trasmessi virus o batteri pericolosi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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