Dal Mullah Omar il sì dei talebani alle trattative di pace

Anche il Mullah guercio ha detto di sì, anche l’imprendibile Mullah Omar, capo più o meno indiscusso di tutti i talebani d’Afghanistan è disponibile al negoziato. Proprio mentre la guerra a Kabul e dintorni si fa più sanguinosa e la Nato fa i conti con il tragico bilancio di un fine settimana costato la vita a quattro soldati americani, due inglesi e uno francese. Abdullah Anaf, un protagonista di primo piano degli incontri segreti tra il governo di Kabul e gli insorti talebani, annuncia la grande svolta, il primo sì del mullah guercio a delle trattative di pace. «C’è stato un grande passo avanti, il Mullah Omar ha dato il via libera ai colloqui, per la prima volta entrambi le parti adottano il linguaggio della pace», spiega al Sunday Times il mediatore vecchio amico di Osama Bin Laden e marito della figlia di Abdullah Azzam, il mentore palestinese padre spirituale negli anni ottanta del capo di Al Qaida. Alla base di quella volta - secondo quanto confermato anche da Qaym Karzai, il fratello del presidente afghano responsabile dei «faccia a faccia» con il nemico - ci sarebbero le aperture di una Casa Bianca non più pregiudizialmente ostile a una trattativa tra il governo di Kabul e gli insorti. «Ho dedicato gli ultimi cinque giorni a degli incontri con i talebani»: «Le parole del presidente Barak Obama - spiega Qaym Karzai - hanno creato un’atmosfera di enorme ottimismo, tutte le parti in causa sono d’accordo sul fatto che non esistono altre vie al di fuori del negoziato e che nuovi combattimenti non sono la strada giusta».
L’indicazione più preziosa e attendibile resta però quella di Anaf un mediatore di origini algerine molto vicino ai vertici del movimento talebano a cui il governo britannico ha offerto, probabilmente non a caso, asilo politico in quel di Londra.

Capofila dell’internazionalismo jihadista Anef arrivò in Afghanistan alla meta degli anni 80 organizzando assieme a Bin Laden la rete di solidarietà islamica incaricata di far concorrenza agli aiuti occidentali alla resistenza anti sovietica. Staccatosi da Bin Laden e da Al Qaida Anef si è trasformato in uno strenuo sostenitore delle trattative tra Kabul e il movimento talebano. La sostanziale differenza la fa, però l’inedito sì di mullah Omar.

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