Multato perché guidava ubriaco, ora assolto: «Ha il fegato malato»

La sentenza, emessa ieri dal giudice per l’udienza preliminare Cristina Di Censo con la formula «perché il fatto non sussiste», chiude una vicenda giudiziaria che ha preso il via nel settembre 2007 in seguito a un incidente stradale avvenuto nella periferia nord della città. Il quarantenne stava viaggiando in motorino con un bambino, quando un’automobile gli ha tagliato la strada, facendolo cadere. Nell’incidente nessuno ha riportato gravi conseguenze, tuttavia gli agenti della Polizia locale in ospedale hanno fatto sottoporre il motociclista al test alcolemico per verificare se stesse guidando sotto l’effetto dell’alcol.
Il test, eseguito alle 19.13 quando l’incidente è avvenuto intorno alle 16.50, ha rilevato 2,6 grammi di etanolo per litro, quando la soglia limite stabilita dalla legge per non violare il codice della strada è di 0,5. Al termine dell’inchiesta, il pubblico ministero Silvia Perrucci ha chiesto e ottenuto un decreto penale di condanna a 20 giorni di arresto e a 1.500 euro di multa. Tuttavia il difensore dell’imputato, l’avvocato Marco Coccetti, ha presentato istanza di opposizione, sostenendo che l’alto valore di alcol rilevato dall’esame era causato da una disfunzione del fegato del suo assistito.

E ieri il gup, preso atto della documentazione presentata per avvalorare la tesi, ha accolto la richiesta del legale, assolvendo pienamente il motociclista. In udienza, anche il pm aveva chiesto l’assoluzione. Questa volta per insufficienza di prove.

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