Multe alle tv per le pubblicità delle «hot line»

da Roma

Gli spot a luci rosse che in televisione promuovono «l’uso di linee telefoniche erotiche» (anche se nelle ore notturne) sono vietati a tutela dei minori. Non solo: l’emittente che li trasmette deve essere multata pesantemente, come se fossero programmi pornografici e non semplicemente dei messaggi pubblicitari. Il Garante delle comunicazioni può quindi intervenire subito comminando una multa salata senza bisogno di preventiva diffida, come avviene invece in caso di pubblicità che travalica il «buon costume». Lo sottolinea la Cassazione dando ragione a un ricorso presentato dall’Authority per le comunicazioni.
Così la Suprema Corte ha ribaltato la decisione con la quale il tribunale di Milano, nel 2002, aveva annullato una multa da 10mila euro inflitta dal Garante a «Rete A» per aver trasmesso, a notte fonda, «spot che promozionavano l’uso di linee telefoniche erotiche contenenti scene di natura pornografica».

Secondo il Tribunale, l’Authority aveva sbagliato ad applicare agli spot la norma che «vieta la trasmissione di programmi che possano nuocere allo sviluppo psichico e morale dei minori, che contengano scene di violenza o pornografiche». Sentenza però annullata dalla Cassazione.

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