Municipi, un vertice dimezzato

Virginia Polizzi

Doveva essere un incontro tra tutti i presidenti dei 19 Municipi capitolini per discutere di problemi cari ai cittadini quindi manutenzione delle strade, illuminazione, carenza di personale, gestione del verde e dei rifiuti, in una parola: decentramento. Ma alla fine si sono presentati in dieci e di decentramento non si è più parlato. «Non abbiamo parlato di decentramento - ha detto alla fine della riunione il presidente del Municipio XV Giovanni Paris - ma di buon governo della città. Chiediamo che a Roma si metta a punto un modello organizzativo più aperto alle sfide da affrontare». L’incontro l’aveva voluto il Presidente del I Municipio, Giuseppe Lobefaro. Era stato fissato per ieri pomeriggio ma già da qualche giorno era montata una grande bega politica e si annunciavano le defezioni, soprattutto dei presidenti municipali Ds «offesi» del fatto che il «loro» sindaco Veltroni non era stato invitato.
L’appuntamento era ieri alle 18 nella sede del Municipio del centro storico in via Giulia. Questa la situazione in aula annunciata già prima dell’incontro: Ivano Caradonna (V Municipio): assente. Fabrizio Scorzoni (VIII): assente. Paolo Orneli (XIII): assente. Gianna Filardi (XVIII): assente. Fabio Lazzara (XIX Municipio): assente. Alessandro Cardente (IV Municipio): assente. Patrizia Prestipino (XII): assente, ma tiene a precisare: «Solo perché avevo già precedenti impegni istituzionali». Diverse e tutte politiche invece le motivazioni dei suoi colleghi: «Non condivido - ha detto Caradonna - l’impostazione che a questa riunione progressivamente è stata data, finendo per assumere i toni di una corsa al Campidoglio. Affrontiamo il tema con Walter Veltroni». E Alessandro Cardente: «Il tema del rilancio del decentramento è utile e fondamentale per definire il rapporto che andrà a delinearsi nei prossimi anni tra il Campidoglio e i 19 municipi di Roma. Ma - ha aggiunto - proprio per far sì che questo confronto sia proficuo, ritengo utile che a questa discussione partecipi anche il Campidoglio». Per il consigliere comunale Fabio Schiuma: «È chiaro che molti presidenti temono le reazioni del Campidoglio e la sinistra romana ha invitato i propri esponenti a boicottarlo (Lobefaro ndr) per paura che si costituisca un fronte comune di protesta».
Lobefaro, da parte sua, ha parlato di «nervosismo eccessivo», tanto che si sarebbe trasformato in polemica anche un suo accenno al «decentramento rutelliano» anziché «veltroniano». «Ho fatto riferimento a Rutelli perché la riforma l’ha iniziata lui», ha tenuto a precisare. E al termine dell’incontro ieri sera ha dichiarato: «Non è una rivolta contro il Campidoglio ma una legittima richiesta di un incontro di inizio mandato per valutare alcune richieste comuni a tutti i Municipi da presentare all’Amministrazione comunale per migliorare il funzionamento della macchina organizzativa della città». Lobefaro quindi voleva solo organizzare una prima riunione per fare il punto della situazione con i suoi colleghi in vista di un summit con il sindaco.

Una riunione che alla fine è diventata tra intimi visto che oltre alle «defezioni politiche» Lobefaro ha dovuto registrare anche le assenze di Orlando Corsetti (III Municipio), Teodoro Giannini (VI), e Roberto Mastrantonio (VII). «Io per problemi personali non ho potuto partecipare - si è scusato Mastrantonio -. Però ho mandato una mia delegata con il compito di ascoltare».

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