Muore a 4 anni per una puntura di cortisone fatta a casa

AgrigentoMorire per un’iniezione di cortisone. È questa la tragica sorte del piccolo Alessandro Pesce, avrebbe dovuto compiere cinque anni il prossimo 12 marzo. Il padre, un operatore scolastico, e la madre, casalinga, hanno riferito al personale del pronto soccorso che il bimbo si era sentito male subito dopo la somministrazione per via intramuscolare di una dose di Bentelan, farmaco a base di cortisone, e di Rocefin, un antibiotico. Sconvolta la famiglia che non riesce a capire il perché di questa tragedia e che ora non riesce a darsi pace. Il piccolo è il quarto di cinque figli, e ieri mattina, era andato, come sempre, alla scuola materna. L’insegnante però durante la mattinata aveva chiamato i genitori perché il piccolo aveva una fortissima tosse e stava male. I genitori avrebbero fatto la puntura su indicazione del pediatra che seguiva il bambino, affetto da bronchite. Dopo circa un’ora, il bimbo sarebbe diventato cianotico e con grandi difficoltà respiratorie. Quindi la corsa in ospedale. La polizia ha sequestrato la cartella clinica e oltre ai genitori ha sentito anche il pediatra.


Il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Santo Fornasier ha disposto l’autopsia che svelerà se si è trattato di shock anafilattico sul bambino deceduto all’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata, dov’era giunto già in gravi condizioni. Sul caso adesso indaga la polizia del commissariato di Licata, che è giunta in ospedale avvertita dal personale medico.

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