Cronaca locale

Muore all’improvviso a 15 anni La Procura apre un’inchiesta

La liceale si era sentita male a casa. Dopo 48 ore la ricaduta e il decesso in ospedale

Franco Sala

La chiameremo Sabrina, aveva solo 15 anni. Un’esistenza troppo breve, spezzata l’altra notte da un improvviso arresto cardiaco. Sulla causa della morte è stata avviata un’inchiesta. I genitori della studentessa, vogliono sapere tutta la verità, esigono chiarezza e per averla si sono rivolti ai carabinieri. Il fascicolo finisce sulla scrivania di Vincenzo Nicolini, il sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Monza incaricato di seguire il caso.
Sabrina era una studentessa modello. Frequentava la seconda liceo dai frati Salesiani a Sesto San Giovanni. Intorno e addosso a sé, Sabrina aveva tutte le cose che rendono bella la vita di chi ha pensieri colorati d’aria e di sole: perché morire? La ragazza qualche giorno fa comincia ad avvertire un fastidioso malessere, vomita, soffre di un forte mal di testa, la mamma chiama il medico, il quale le prescrive la cura che ritiene indicata. Passano due giorni e alle nove di sera Sabrina ha una brutta crisi, le sue condizioni di salute peggiorano in un baleno. Il padre pensionato, la madre casalinga e il fratello maggiore precipitano nel panico, ma riescono a rianimarla. Poi chiamano il 118. A casa, dove abitano a Nova Milanese, arriva l’ambulanza. Pochi minuti e Sabrina è davanti ai dottori dell’ospedale di Desio. Qualche ora dopo il suo giovane cuore cessa di battere. Per sempre. Sabrina non c’è più. I genitori, ritengono che, all’interno della struttura sanitaria, qualcuno non abbia fatto il possibile per strappare la loro figlia alla morte. «Credo – racconta il padre – che sia indispensabile stabilire tutta la verità sulle cause che hanno portato la nostra ragazza a una fine così misteriosa. All’ospedale ci avevano assicurato che potevamo stare tranquilli. Invece...».
Intanto il magistrato che ha aperto l’inchiesta ha disposto l’autopsia sul corpo della giovanissima e ha ordinato il sequestro della cartella clinica e le ricette dei farmaci prescritti dal medico di famiglia. «Da parte nostra – racconta Roberto Riva, direttore sanitario dell’ospedale – è stato fatto tutto il possibile. Abbiamo attivato tutte le misure e gli interventi di rianimazione necessari. In ogni caso, adesso dobbiamo attendere le decisioni della magistratura alla quale spetta il compito di fare piena luce sull’accaduto».
«Ora – spiega Antonio Pizzi, procuratore capo di Monza – abbiamo tutti gli elementi per valutare l’intera vicenda.

Durante i primi giorni della prossima settimana saremo in grado di stabilire la verità e quindi assumere i relativi ed eventuali ulteriori provvedimenti».

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