da Roma
Muore mentre gioca a pallone davanti ai genitori. Che tentano, inutilmente, di rianimarlo. Tragico epilogo del match del campionato provinciale giovanissimi di calcio tra Almas e Cinecittà giocato ieri pomeriggio in un campetto di via Demetriade al Tuscolano. Quattordici minuti dopo il fischio di inizio Alessandro B, 14 anni, si accascia al suolo privo di sensi. Morirà alle 15,42 nel tragitto verso lospedale Figlie di San Camillo.
Lincidente avviene dopo unazione sulla fascia laterale: perso il controllo del pallone, il ragazzo finisce fuori campo urtando il petto contro un tubo metallico alto circa due metri che fa parte della struttura di irrigazione. Inutili i soccorsi dei medici del 118. Probabile che il quattordicenne abbia colpito con il petto una sorta di rubinetto sporgente che si trova a metà del palo. Nelle prossime ore il magistrato dovrebbe disporre il sequestro dellimpianto.
«Una scena straziante» commenta il segretario dellAlmas Roma Sergio Nicolai: «Mamma e papà che si vedono morire il figlio senza un perché, per una fatalità, è orribile». Tristi i dettagli: «I due genitori, accortisi della gravità dellincidente - racconta Nicolai - sono subito entrati in campo, hanno gridato aiuto e hanno cercato di rianimarlo. Poi, dopo circa dieci minuti, è arrivata lambulanza; gli hanno messo lossigeno ma purtroppo nel tragitto verso lospedale il ragazzo non ce lha fatta».
Sul perché quel tubo dellirrigazione si trovava a bordo campo Nicolai si limita a precisare: «Il Comitato Regionale del Lazio ha omologato il campo, non hanno fatto alcuna obiezione. Ora aspettiamo risposte dal magistrato che a quanto si apprende, potrebbe anche mettere sotto sequestro il campo».
In serata la notizia fa il giro della capitale e diventa la breve apertura delle trasmissioni «sportive» che intasano letere romano. Si chiacchiera un po meno di futilità. Mentre al circolo «Almas Roma» la notizia dellincidente diventa un fardello. «Abbiamo sentito delle grida - spiega la mamma di un ragazzo che ieri giocava in un campo di calcio poco distante dal luogo dellincidente ma sempre allinterno del circolo - pensavamo che stessero solamente litigando. Solo alla fine della partita ci siamo davvero resi conto di quello che era accaduto a pochi metri da qui».
Così, poco dopo le 18 inizia una silenziosa processione, facilitata dallinvio degli sms: ragazzi in tenuta sportiva fermi a contemplare quel campo dove il loro compagno Alessandro aveva giocato la sua ultima partita di pallone. Difficile davvero dimenticare.
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