Dopo le mura spagnole anche Porta Romana pronta per il restauro

Da settembre un'équipe di 12 restauratori lavora ogni giorno per riparare i 12.400 metri quadrati delle mura spagnole, eredità dell'antica dominazione straniera a Milano. «Più che eredità, è stata percepita dalla città come un ingombro», commenta Amedeo Bellini, docente di Storia del Restauro al Politecnico. Insieme a Stefano Della Torre, Valerio Di Battista, Paolo Favole, Lorena Bauce e Rebecca Fant dirige un restauro doveroso, ma poco pubblicizzato, che durerà fino al 2009: quello sui resti della mura spagnole, tra le più importanti cerchie murarie innalzate nel Cinquecento. Bellini ha ragione: Milano non ha avuto cura dei suoi bastioni. Peccato: come spiega Della Torre, professore di Restauro del Politecnico, «si tratta di un'opera imponente, costruita in dieci anni, a partire dal 1549: solo Milano e Anversa potevano vantare una tale fortificazione militare». Quasi subito la muraglia servì da cinta daziaria, poi fu in parte sostituita dagli eleganti dazi neoclassici; persino nell'Ottocento, che amava le rovine che profumavano di antico, il suo fascino non aumentò: seguirono demolizioni e la costruzione di edifici, alcuni dei quali inglobano oggi nei loro cancelli pezzi di mura. In occasione della Settimana della Cultura e in collaborazione con il ministero per i Beni culturali e la soprintendenza di Milano, questa mattina un convegno discute di questo «monumento dimenticato». Primo in Italia, il comune di Milano ha scelto una sponsorizzazione a costo zero del restauro: è Tmc pubblicità a sostenere l'onere dei lavori (circa 3 milioni di euro), in cambio dell'uso degli spazi pubblicitari nella pertinenza delle mura. Sono i grandi cartelloni che hanno fatto arricciare il naso agli abitanti in zona: «Polemiche pretestuose - chiosa Giovanni Mongini, procuratore generale di Tmc pubblicità -: la documentazione è in regola e siamo orgogliosi di restaurare un'opera importante senza gravare sulle casse comunali». Ora che i bastioni di viale Filippetti sono puliti, si sta procedendo verso largo Isabella d'Aragona: «Il restauro conservativo prevede anche la disinfestazione delle piante che hanno invaso le mura - spiega Bellini -: abbiamo dovuto devitalizzarne alcune, senza rimuoverle, per non provocare cedimenti». La pulitura ha liberato i vani interni e permesso talvolta, come in viale Filippetti, di scoprire magazzini o archi cementificati sotto i quali, un tempo, qualche milanese poco abbiente viveva. Applicando un sistema di protezione sulla superficie superiore, i bastoni diventeranno impermeabili all'umidità. «Vorremmo inoltre valorizzare la struttura - conclude Della Torre - organizzando percorsi a fianco delle mura con pannelli utili a spiegare un pezzo importante della storia di Milano». Un tempo i bastioni includevano anche Porta Romana, poi separata per motivi urbanistici: costruita in tutta fretta per l'ingresso trionfale di Margherita d'Austria a Milano, la porta è stata restaurata l'ultima volta nel '91, ma lo o smog e il deterioramento dei bassorilievi in ceppo, pietra molto delicata, hanno reso invisibili le belle decorazioni di ostriche e perle che omaggiavano la sovrana.

La soprintendenza ha dato il via libera ai lavori di restauro sulla porta, manca solo il nulla osta del Comune per ridare lustro a quello che fu per secoli il biglietto da visita di Milano.
Restauro e valorizzazione delle mura spagnole di Milano oggi, 9.30-12.30, Casa dell'Energia, piazza Po 3 ore 15, visita guidata al cantiere.

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