Museo del ’900 Se l’opera d’arte è l’audioguida

Ora che si paga, sia pure con un biglietto simbolico di cinque euro, il Museo del Novecento si apre a una nuova stagione dove non mancheranno aggiustamenti e sorprese, non da ultima qualche incursione dell’arte contemporanea. La prima, che verrà presentata domani assieme ai dati sul primo bilancio dell’avventura, ha per protagonista l’artista torinese Marzia Migliora. In linea con l’immaterialità che spesso permea l’arte del 21mo secolo, l’opera della Migliora consiste in una inconsueta rilettura delle opere della collezione del Museo, vale a dire un’audioguida che, travalicando la funzione didascalica, aggiunge un’accezione squisitamente poetica allo strumento. «Quelli che trascurano di rileggere si condannano a leggere sempre la stessa storia», questo il titolo del progetto liberamente tratto da una citazione di Roland Barthes, riscrive il percorso museale attraverso i commenti di persone slegate dal mondo dell’arte. Le voci in cuffia appartengono infatti ora a uno scrittore, ora a un musicista, ora a uno psichiatra, ora a un bambino di otto anni, e rispondono a un quesito posto dalla artista torinese: quali sensazioni vi evocano queste opere? «Il visitatore sarà invitato ad un viaggio nelle sale del museo che non rispetta né canoni museografici né cronologici, bensì mette in relazione le opere con storie e tracce di vissuti, chiedendo loro di continuare a parlare anche oggi».

Le voci, per la cronaca, sono di Stefano Bartezzaghi, enigmista; Mara Cassiani, attrice; Matteo Dell’Aira, infermiere di Emergency; Pippo Delbono, regista teatrale; Francesco Dillon, violoncellista; Fabrizio Gatti, giornalista; Franco Malerba, astronauta; Claudio Mencacci, Psichiatra; Deivi Dayan Moretti, bambino di 10 anni. Eccetera.

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