Una notte bianca e tre mesi di ingresso gratuito per festeggiare il Museo del Novecento. L’inaugurazione ufficiale è fissata al 5 dicembre all’Arengario, ma è per il 6 che il Comune sta organizzando una grande festa popolare, «il ’900 in nove mosse»: musica e cultura si mescoleranno dalle 17 fino alle due di notte, tra piazza Duomo e le nuove sale che ospiteranno i capolavori di Picasso, Modigliani, De Chirico. Manca poco al battesimo, e oltre agli appassionati d’arte attira già l’interesse dei privati disposti a investire anche in un momento di crisi. Ieri la giunta ha incassato da Finmeccanica l’impegno a versa un milione di euro in tre anni: sarà uno degli sponsor («e non il solo» assicura l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory) del nuovo museo. Con la holding italiana attiva nell’industria della difesa e dell’aeronautica «e con altri potenziali partner - ha spiegato il sindaco Letizia Moratti - stiamo studiando quale potrà essere il contributo positivo che porteranno al museo, abbiamo tempo ancora qualche settimane». Ma ha sottolineato la linea che il Comune sta portando avanti, «quella di partnership con privati sensibili all’arte: già Fondazione Scala, il Piccolo teatro e il museo Poldi Pezzoli si avvalgono dell’alleanza con sponsor. Questo dimostra come l’arte sia davvero un valore condiviso non solo dalle istituzioni ma anche da cittadini e imprese».
Ed è anche grazie al contributo di Finmeccanica che per i primi tre mesi il Museo del ’900 aprirà gratis ai visitatori. Niente biglietto fino al 28 febbraio, anche se sarà gradita un’offerta libera. Dal primo marzo invece le tariffe saranno di 5 euro per il biglietto intero e di tre euro per il ridotto (il Comune potrà aumentarle nei periodi in cui saranno allestite mostre temporanee all’interno del museo). Gli orari saranno gli stessi di Palazzo Reale: dalle 14.30 alle 19.30 il lunedì, dalle 9.30 alle 22.30 il giovedì e sabato e chiusura alle 19.30 gli altri giorni della settimana.
La giunta ieri non ha ancora affrontato invece il nodo Cattelan. L’artista nei giorni scorsi si è detto disponibile ad offrire al Comune in comodato d’uso l’opera «Love» - diventata più famosa come il «dito medio» - purchè resti in piazza Affari. Sindaco e assessori potrebbero almeno decidere, per il momento, di allungare l’esposizione in scadenza il 24 ottobre. A tifare per il «dito medio» c’è addirittura il New York Times, che nelle pagine in edicola domenica scorsa ha dedicato un’ampia pagina al discusso artista e all’opera esposta davanti alla Borsa.
Per ora, di certo c’è che un’altra opera approderà senza clamori ma almeno per tre anni in largo Greppi, davanti al teatro Strehler. Ieri via libera all’acquisizione in comodato d’uso della «Torre a spirale» di Arnaldo Pomodoro. Sostituirà «Il disco», tornato in piazza Meda dopo il restyling.
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