Musica, birra e visite notturne: il bomber fa gol solo ai condomini

In imbarazzo i vicini a Cernobbio. E Danielle, incinta, è tornata in Brasile

Simona Marchetti

da Milano

C'era una volta un ragazzone dagli occhi dolci come il caramello e il sorriso buono che piaceva tanto alle mamme. Un ragazzone che era anche un attaccante fortissimo, che segnava a raffica e metteva tutti d'accordo. Non a caso, lo chiamavano Imperatore. Ma c'era una volta. Perché adesso quel ragazzone non c'è più. Adesso c'è un ragazzino incattivito, che fa quasi a pugni negli spogliatoi perchè un compagno lo critica e va in rete con il contagocce, illudendo il suo popolo che ogni gol sia l'annuncio della rinascita. L'illusione è finita l'altra sera: nella bolgia dello stadio Madrigal, il brasiliano è tornato a fare il fantasma e l'Inter con lui. E dire che contro il Messina Mancini lo aveva pure tenuto a riposo, così non si stancava troppo e in Spagna sarebbe stato bello fresco. Invece, in Spagna Adriano ci è arrivato bollito. Ma guai a dirglielo. Ci ha provato Veron ed è stata quasi rissa. Poi è tornata una calma apparente, perché l'eliminazione dalla Champions ha scoperchiato definitivamente il vaso di Pandora nerazzurro e fatto uscire di tutto. Di solito, si dice che chi rompe paga e i cocci sono suoi. In questo caso, le responsabilità vanno divise fra tutti, ma è inevitabile che la storia recente di Adriano lo metta in una condizione perlomeno scomoda. Se prima gli si perdonava qualunque cosa, anche le serate a zonzo per locali (visto che il brasiliano non ha scoperto solo da pochi mesi la sua natura festaiola) perché poi il sabato, la domenica o il mercoledì l'Imperatore entrava in campo, segnava e faceva la differenza, adesso basta. Basta con le sue continue bravate, come la serata hollywoodiana di qualche settimana fa insieme a Ronaldinho e Martins, finita alle prime luci dell'alba e che gli ha fatto saltare l'allenamento del mattino dopo a causa del sonno pesante (non ha sentito la sveglia).
Basta con i suoi atteggiamenti da perenne arrabbiato con il mondo, quasi fosse solo colpa degli altri se il gol non arriva più con la frequenza di prima. E tolleranza zero anche da parte dei condomini del palazzo di Cernobbio in cui vive in attesa che siano ultimati i lavori della casa sul Lago che ha acquistato, esasperati dalla musica a palla, dalle bottiglie di birra lasciate sul pianerottolo e dal campanello che suona a tutte le ore.
L'Imperatore si scopre solo. Non c'è più nemmeno Danielle ad aspettarlo. Danielle, la ragazza che a giugno lo renderà padre e che è tornata in Brasile all'indomani dell'attacco sferrato ad Adriano da un commentatore televisivo durante un programma domenicale. Insinuazioni velenose che avrebbero fatto infuriare la ragazza e accelerato le pratiche di congedo in aeroporto.

Il tanto strombazzato riavvicinamento con l'ex commessa di Rio che già si vedeva a vivere su quel ramo del Lago di Como con il piccolo Adriano attaccato alla (mini)gonna è durato lo spazio di una vacanza invernale: troppo diversi i loro caratteri per conciliarsi in un progetto di vita a due e troppo grande la voglia di Adriano di godersi i suoi 24 anni senza pensieri. Nessun matrimonio all'orizzonte. Adriano riconoscerà legalmente suo figlio, che si chiamerà Adriano Junior, ma non farà altro. Prima, deve crescere lui.

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