Eurovision, polemiche sul secondo posto di Israele: richiesta la revisione del televoto

Ancora polemiche intorno al secondo posto di Israele all'Eurovision Song Contest: ecco cosa sta succedendo

Eurovision, polemiche sul secondo posto di Israele: richiesta la revisione del televoto
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La vittoria dell'Austria alla 69a edizione dell'Eurovision Song Contest sembra essere scivolata in secondo piano. Se, da una parte, il giovanissimo cantante JJ ha potuto condividere la gioia per il risultato ottenuto in una competizione di portata internazionale, gli occhi del pubblico si sono invece concentrati sulla seconda posizione, ottenuta dalla cantante israeliana Yuval Raphael, duramente fischiata durante la kermesse sonora proprio per la sua nazionalità. Con il suo brano New day will rise, la cantante - sopravvissuta all'attacco del Nova Music Festival del 7 ottobre - aveva ottenuto il quattordicesimo posto nella classifica generale ottenuta dai voti delle giurie internazionali dell'Eurovision. Il sistema di voto del concorso, infatti, prevede che la vittoria sia sancita per il 50% dalle giurie internazionali e per il restante 50% dal televoto. Ed è proprio grazie a quest'ultimo che la cantante di Israele ha potuto scalare la classifica e ottenere un secondo posto, che sarebbe stato il primo qualora si fosse tenuto conto solo dei voti da casa.

Come si legge su Adnkronos, però, la seconda posizione della Raphael all'Eurovision è ancora al centro delle polemiche, soprattutto da parte di emittenti pubbliche di paesi come Spagna, Belgio, Finlandia e Irlanda, che hanno alzato la propria voce per far emergere i propri dubbi sui sistemi di voto, che a loro dire non sarebbero trasparenti e, forse, nemmeno equi. Proprio per questo è stato chiesto di revisionare il sistema di voto del concorso, ma, come riportato dalla BBC, l'ente organizzatore dell'Eurovision, l'European Broadcastin Union (EBU) ha rilasciato una dichiarazione con la quale è stato fatto sapere che ogni voto è stato controllato e verificato da un ente indipendente e che, soprattutto, ogni preoccupazione inerente il sistema di voto dell'Eurovision Song Contest viene preso sempre con massima serietà.

Secondo i dati pubblicati, il voto del pubblico ha portato Israele a conquistare il massimo dei punti - dodici - da Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna. Irlanda e Finlandia, invece, hanno premiato l'esibizione di Yuval Raphael con dieci punti. Ed è stata proprio l'emittente tv dell'Irlanda - la Rtve - a proporre una revisione del sistema di voto, sostenuta dalla deputata fiamminga Katia Segers che ha mostrato preoccupazione per un sistema che "favorisce la manipolazione" e che quindi potrebbe non rappresentare "in modo equo l'opinione del pubblico".

Per le emittenti televisive dell'Olanda - la Avrotros e Npo - invece, il vero problema è che l'Eurovision Song Contest sarebbe sempre "più influenzato dalle tensioni geopolitiche e sociali", chiedendosi se la kermesse canora sia davvero apolitica come si presenta. Una dichiarazione che incontra il fervore del pubblico sui social, secondo cui Israele non avrebbe dovuto prendere parte all'Eurovision proprio come era accaduto alla Russia dopo l'inizio della guerra in Ucraina. Secondo Martin Green, direttore dell'Eurovision, il sistema di voto è "il più avanzato al mondo", ribadendo che ogni singolo voto viene controllato più volte grazie anche a un monitoraggio esterno che serve proprio a mantenere un voto equo e legittimo.

Il direttore, infine, si è espresso anche sull'utilizzo di campagne social e mediatiche fatte da Israele per promuovere la propria cantante in gara: campagne che non violano il regolamento e che quindi sono attuabili da qualsiasi Stato.

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