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"Questa è l'epoca dell'impotenza". Biagio Antonacci e l'inno alla libertà e all'amore del nuovo album

Il cantautore, nella giornata di oggi, 12 gennaio, è stato ospite a Radio Italia per l'uscita del suo nuovo album. Per l'occasione, si è lasciato andare a delle importanti riflessioni su tematiche attuali

"Questa è l'epoca dell'impotenza". Biagio Antonacci e l'inno alla libertà e all'amore del nuovo album
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È decisamente un nuovo “inizio” per Biagio Antonacci. Allo scoccare della mezzanotte del 12 gennaio, è uscito il tanto atteso album del cantautore di Rozzano, L’inizio. Per l’occasione, Biagio è stato ospite a Radio Italia per raccontare il modo in cui ha affrontato questo progetto, lasciandosi andare anche a delle profonde riflessioni. Così, tra una chiacchiera e un’altra con la conduttrice Manola Moslehi, ha affrontato alcune tematiche molto importanti: dal ruolo dei papà, all’aiuto di cui necessiterebbero le mamme al giorno d’oggi, fino alla dura crisi umanitaria che stiamo affrontando. Immancabile, poi, la voglia di concedersi ai fan presenti; è per questo che, nell’isybank Music Place, Biagio ha cantato alcuni nuovi brani dell’album per la prima volta dal vivo, tanto da commuoversi davanti al suo pubblico.

L’inizio, il nuovo album di Biagio Antonacci

L’amore, il coraggio, l’abbandono, la libertà. Sono questi i temi del nuovo album targato Antonacci, composto da 15 brani. “Stanotte ero sveglio, ero emozionato anch’io. A mezzanotte è arrivato, puntualissimo. Mi sono messo ad ascoltarlo anch’io: l’ho sentito tutto insieme, di getto. Mi sono addormentato così, anche se non è un buon segno!”, ha subito ironizzato il cantautore.

L’inizio è il titolo scelto per questo nuovo album; un titolo che, secondo Antonacci “Vuol dire tutto e anche niente”. Infatti, Biagio scherzando ha anche voluto sottolineare di aver fatto una scelta sbagliata. Il motivo? A detta sua, “la vita è un concetto circolare, non c’è un inizio e una fine”. Così, ha aggiunto: “A me piace pensare che ci sia sempre un punto dove tornare e da dove partire”.

La nascita del figlio Carlo e il ruolo dei genitori

L’amore per il figlio Carlo è sicuramente uno dei temi del nuovo album di Biagio Antonacci, oltre che fonte certa d’ispirazione. La nascita del piccolo, d’altronde, ha sicuramente segnato per l’artista un nuovo inizio. L’inizio è anche il titolo di uno dei brani dell’omonimo disco ed è stato scritto da un giovane cantautore, Giorgio Poi, e racconta proprio della paternità di Biagio: “Prima che Carlo nascesse, questo giovane cantautore mi ha guardato con gli occhi sognanti e mi ha chiesto: ‘Cosa provi?’. Per me, era l’inizio dell’attesa. Lui ha scritto due righe, è venuto a casa mia, si è messo al pianoforte e ha iniziato a cantarla: ‘Questa è la mia canzone!’, ho pensato. In questo caso, Giorgio ha scritto una cosa talmente forte che è diventata proprio la mia canzone”. Tuttavia, l’essere genitori comporta anche responsabilità e sacrificio. Proprio a questo proposito, quando la padrona di casa, Manola, ha sottolineato che dall’uscita di Seria – il primo singolo che ha anticipato questo album – sono passati due anni, Biagio ha risposto: “Non ho dormito! Col mio piccolo Carletto, son tornato ai tempi di quando è nato Paolo, son passati 27 anni. Ma ho fatto anche pensieri belli in queste notti, ero presente. Viva i papà!.

Poi, l’artista si è fatto anche portavoce di un importante messaggio:Le neomamme hanno bisogno di aiuto: quando nasce un bambino, fuori dall’ospedale nessuno ti insegna le cose. Io faccio una preghiera al Governo per aiutare economicamente le famiglie e dare linee guida alle mamme che poi, a casa, sono sole e si trovano a gestire una responsabilità”. E ancora, ha proseguito: “Io capisco chi non fa i figli, perché è un impegno enorme. I figli devono anche arrivare, non è così facile. Quando accade, credo che sia un piccolo miracolo, ancora di più quando sei grande. E quando ha fratelli più grandi, come nel caso di Carlo, è ancora più bello!”.

Il difficile periodo storico e la crisi umanitaria

Tanti i temi affrontati nel corso della lunga intervista. Tra questi, una riflessione sul complicato periodo storico che stiamo vivendo. Una crisi umanitaria che non può lasciare indifferenti. “Attraverso i telefoni, ormai abbiamo la guerra in casa e vediamo bambini morire in casa. Io faccio fatica a fare spettacolo. Le guerre ci sono sempre state, ce ne sono in tutto il mondo, ma ci siamo sempre salvati la coscienza col non sapere. Adesso guardiamo una strage umanitaria e siamo impotenti”. Infine, ha concluso: “Questa è l’epoca dell’impotenza, è una delle cose più ingiuste che l’uomo possa provare”.

D’altronde, anche uno dei nuovi brani dell’album è dedicato ad una donna che nella storia ha rappresentato la rivoluzione. Stiamo parlando di Anita Garibaldi, la donna che per Garibaldi “non è stata solo una musa, ma una donna brasiliana che ha combattuto con lui, era una sua complice, aveva coraggio e la rispettava come donna, come madre, come compagna, come donna che fa andare la testa al doppio del proprio uomo”. Così, Biagio ha sottolineato: “È tutto quello che gli uomini dovrebbero fare con le proprie mogli, sempre! Anita Garibaldi rappresenta come una donna oggi dovrebbe sentirsi al fianco di un uomo. Per crescere, dobbiamo iniziare a distaccarci dalla distinzione donna-uomo: fa male alla natura, siamo esseri simili, con funzioni genetiche diverse. Dobbiamo pensare a un essere che si riproduce con un altro essere, stop”.

Biagio figlio e quel “rimpianto” nei confronti del padre

Alla domanda di Manola Moslehi sul quale sia la canzone dell’album che il cantautore sente particolarmente sua, Biagio non ha dubbi e risponde: “Ce ne sono 3 o 4, ma soprattutto ‘Evoco’. È a questo punto che Antonacci ha fatto un tuffo nel passato, aprendosi su un argomento alquanto delicato, il suo rapporto con il padre e quel “rimpianto” per non avergli detto “ti voglio bene”.

“È un viaggio bellissimo (dice Antonacci a proposito del brano Evoco, ndr…), perché mi viene in mente mio padre: sono un malinconico, ricordo quando ci siamo salutati l’ultima volta, non gli ho mai detto ‘Ti voglio bene’. E ancora: “Siamo abituati a non dire le cose che sappiamo e invece altre volte esageriamo, come i ‘TVB’ dei miei figli! Con mio padre, invece, ho avuto questo momento di non lucidità, l’ultima volta che l’ho visto. ‘Evoco’ quindi è un sogno, c’è una donna che mi invita ad avventurarmi in un bosco: vedo l’ombra di mio padre, che sorride e se ne va”.

Insomma, è ancora per presto per dirlo, ma il nuovo album di Biagio Antonacci sembra avere tutte le carte in regola per rivelarsi un grande successo.

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