Roma - "Provvedimento opportuno e disciplina equa di cui si sentiva il bisogno". Con queste parole il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, ha salutato positivamente il provvedimento economico voluto dal ministro Giulio Tremonti. Nelle intenzioni del governo un intervento immediato sui mutui che gravano sulla spesa mensile degli italiani: chi ha un contratto a tasso variabile può passare al fisso ottenendo il livello del 2006. Il provvedimento ha, però, fortemente diviso le associazioni di consumatori.
L'attacco dell'Adusbef L’Adusbef attacca duramente l’Abi e le banche per le "frottole vergognose" che starebbero "propagandando" dopo l’accordo con il governo sulla rinegoziazione dei mutui. L’associazione dei consumatori, si legge in una nota, "non dà alcun credito a banche e Abi che propagandano risparmi di 850 euro l’anno, vergognose frottole per i creduloni, perchè tali ’teorici scontì saranno messi in coda alle rate, maggiorate di salati interessi (i prestiti nostrani sono già gravati da tassi più elevati di uno 0,70% secco rispetto alla media europea, essendo attestati in Italia al 5,79% e nell’Ue al 5,09%)". L’Adusbef "dà atto all’impegno del governo Berlusconi per aver affrontato la spinosa questione dei mutui a tasso variabile. È un’inversione di tendenza rispetto al precedente governo, che aveva sbandierato lenzuolate di liberalizzazioni fasulle, rimaste lettera morta per l’omessa vigilanza di Bankitalia e la stessa tolleranza di ministri e viceministri economici del governo Prodi, troppo amici delle banche". "I risparmi teorici di 850 euro l’anno - sottolineano i consumatori - fumo negli occhi per gli allocchi, sono del tutto campati in aria, per effetto dell’allungamento della durata del debito, gravato da interessi variabili legati all’Irs e fino alla copertura del debito residuo, ossia capitali e interessi che porteranno a 23-24 anni un prestito originario di 20 anni". Se si ipotizza che un mutuo a tasso variabile trattato oggi al 6,0%, spiega l’Adusbef, "venga ricondotto al 4,5%, la minore rata mensile comporterà una riduzione dell’esborso annuo che, rivalutato, sarà accodato alla fine del mutuo". Nell’ipotesi che, da questo momento, l’Euribor non vari più e supponendo che i minori importi pagati siano rivalutati al tasso del 5% e che l’Irs non cambi più, l’Adusbef ha valutato le conseguenze dell’accordo su un mutuo di 100mila euro a 20 anni: l’importo annuo (996 euro) pagato in meno per il numero di anni che restano alla fine del mutuo, ricapitalizzato al tasso del 5%, darà luogo a un allungamento di altre 9,1 rate mensili se mancano 5 anni alla fine del mutuo, 20,7 rate se mancano 10 anni e 35,6 rate se mancano 15 anni.
Aduc: "Niente inganni" Ieri il Governo "ha sbandierato un accordo con l’associazione delle banche prevedendo un risparmio pari a circa 850 euro all’anno per 1.250.000 famiglie circa. Peccato che la notizia sia falsa". Secondo l’Aduc "le famiglie non risparmieranno alcunchè, ma pagheranno ulteriori interessi". "Il forte sospetto è che questa operazione sia un ulteriore tentativo di bloccare le surroghe che sono, invece, un vero risparmio per i mutuatari (e quindi un costo per le banche) - continua l'associazione - in questi anni gli spread di mercato applicati ai tassi (fissi o variabili) dei mutui sono molto diminuiti. Sostituire un mutuo oggi implica, quasi sempre, avere uno spread più basso". "Questa operazione consentirebbe alle banche di non perdere i vecchi mutui (tanto remunerativi per loro e tanto costosi per i clienti)", conclude l'Aduc credendo "sia sintomatico che il Governo non abbia deciso di dare attuazione (manca ancora lo specifico decreto) a quanto già previsto in materia nella Finanziaria 2008, cioè la sospensione di alcune rate da pagare quando si è in difficoltà". Secondo l'Aduc, infatti, la rinegoziazione proposta dal Governo e dall’Abi può essere utile a chi è in difficoltà a pagare le rate aumentate, per cui è meglio bloccare la rata ai tassi del 2006, anche se questo implica un aumento degli interessi da pagare. "Chi è in grado di pagare il vecchio mutuo a tasso variabile (o può accedere ad una surroga con tassi migliorati) è bene che non faccia questa rinegoziazione perchè non risparmia niente, anzi aumenta gli interessi da dare alla banca".
Adiconsum: "Vantaggi per le banche" L’accordo tra governo e Abi per la rinegoziazione dei mutui "è positivo" perché obbliga le banche al rivedere le condizioni, ma i vantaggi sembrano essere più per gli istituti che per le famiglie titolari di un mutuo. Il presidente dell’Adiconsum, Paolo Landi, invita i consumatori a non illudersi: "Devono essere consapevoli che ciò che non viene pagato nella rata dovrà essere pagato a fine mutuo caricato degli interessi". Adiconsum poi vuole "partecipare al tavolo Governo-Abi per esaminare nel dettaglio le condizioni dell`accordo". In realtà Landi afferma che i "vantaggi sembrano più per le banche che per i mutuatari. L`aspetto positivo di questo accordo - dice - sta nel fatto che la banca è obbligata a rinegoziare mentre fino ad oggi, come è accaduto frequentemente, poteva non offrire la propria disponibilità. In questo senso, l`accordo facilita il rapporto banca-mutuatario e fissa le condizioni dell`accantonamento". Ma Landi sottolinea anche che nell’anno preso a riferimento, ossia il 2006, «si erano già registrati gli aumenti più rilevanti". "Il vantaggio per le famiglie - spiega Adiconsum - è una rata del mutuo compatibile con il proprio reddito, ma ciò non comporta alcuna riduzione dei relativi interessi maturati e il pagamento di ulteriori interessi a scadenza. Parlare, quindi, di benefici di 800-1000 euro è assolutamente fuori luogo". Ci sono molti aspetti "ancora da chiarire e che possono incidere sulla valutazione dell`accordo" e Adiconsum non esclude che le condizioni della convenzione possano "rappresentare anche un peggioramento rispetto alle rinegoziazioni individuali".
I consumatori: "Difficile da realizzare" "Il provvedimento che riguarda i mutui, inserito nel decreto legge sugli interventi in materia economica approvato dal Consiglio dei Ministri, potrebbe consentire ai consumatori di risparmiare sull’importo della rata mensile". A dichiararlo è l’Unione nazionale dei consumatori (Unc) che spera non si tratti solo di una enunciazione ad effetto e che per questo si domanda se la richiesta di rinegoziazione del mutuo sarà obbligatoria per la banca o facoltativa come già accade con la legge Bersani.
"Per contribuire a fare chiarezza su queste ed altre questioni - si legge in una nota diffusa oggi - l’Unione Consumatori chiede di partecipare al tavolo negoziale che sarà istituito da Abi e Governo per la stesura della Convenzione che renderà operativo il decreto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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