Politica

Napoli, la macchina ds arranca La Cdl teme il fattore Bassolino

Fabrizio de Feo

nostro inviato a Napoli

È la sfida più incerta degli ultimi quindici anni. Una partita aperta e destinata a decidersi sul filo di pochi voti quella per il Comune di Napoli tra il sindaco uscente Rosa Russo Iervolino e lo sfidante della Casa delle libertà, l’ex questore Franco Malvano. Chiusa una campagna elettorale avvelenata da denunce, minacce, aggressioni e accuse incrociate, ieri per i 828.496 elettori partenopei si sono aperte le urne in una splendida giornata di sole che ha fatto scattare il timore di una bassa affluenza. Una previsione che non ha trovato conferma nei fatti visto che alle 22 un buon 44,7% dei napoletani ha apposto la propria preferenza sulla scheda. Alle politiche aveva votato il 57,4%.
I seggi riapriranno questa mattina e poi dalle 15 scatterà uno spoglio che promette di regalare brividi e accendere una suspence simile a quella che caratterizzò il voto campano delle scorse Politiche. Per il momento le operazioni di voto proseguono in un’atmosfera rovente, segnata da una vera e propria blindatura dei seggi – impressionante lo spiegamento di forze di polizia a Rione Sanità, Scampia e Secondigliano – con tremila agenti impegnati a disinnescare il rischio che la mano dei clan possa allungarsi sulla tornata elettorale. C’è poi un altro «esercito» a presidiare i seggi: quello dei rappresentanti di lista. Con una novità importante. Al consueto drappello di «controllori» della sinistra (Rifondazione da sola schiera 4mila delegati), il centrodestra risponde con un’organizzazione capillare, con 2400 rappresentanti di An e 1600 di Forza Italia. Una mobilitazione che testimonia quanto la Cdl voglia giocarsi la partita di Palazzo San Giacomo per la quale molti pronosticano un possibile «pareggio», con Malvano sindaco e l’Unione in maggioranza al consiglio comunale.
«Questa volta la possibilità di dare una spallata a un sistema di potere che sta in piedi dal ’75 è concreta» dice Amedeo Laboccetta, consigliere uscente di An e uomo simbolo del centrodestra napoletano. «Bisogna spazzare via questa cappa che grava sulla città da quando Bassolino, quasi 30 anni fa, era segretario regionale dei Ds e gestiva Napoli di concerto con Ciriaco De Mita». Le premesse per tentare il colpaccio ci sono visto che Rosa Russo Iervolino non ha fatto breccia nel cuore dei napoletani. La Cdl teme però che il «fattore Bassolino» possa produrre la sua influenza sul voto, attraverso i rapporti che la Regione detiene ad esempio con la categoria dei farmacisti e con tutto il settore della sanità, come ha denunciato Marcello Tagliatela di An. Sospetti si appuntano anche su alcune pratiche poco chiare avvenute nel settore universitario. Così come si teme che il centrosinistra possa giovarsi del voto compatto dei 13mila dipendenti del Comune e dei 5mila delle famose «aziende speciali», le ex municipalizzate strettamente legate al governatore campano.
L’oliatissima macchina di potere del centrosinistra campano, però, questa volta non sembra aver funzionato al meglio. La stessa Iervolino ha accettato «obtorto collo» di ripresentarsi, dopo aver espresso il desiderio di tornare a sedere in Senato. Una candidatura che ha seminato malumori e reso più aspro il braccio di ferro tra Ds e Margherita. L’ultimo dissidio due giorni fa, quando Enzo Scotti, dopo aver incassato la possibilità di ripresentare la sua lista e far scattare il rinvio di due settimane delle elezioni si è consultato con i leader del centrodestra e del centrosinistra sul da farsi. Gli «inviti» rivolti all’ex ministro dell’Interno da parte dei rappresentanti dell’Unione non sarebbero stati univoci.

Se Francesco Rutelli – desideroso di concedere alla candidato sindaco della Margherita un surplus di campagna elettorale – si sarebbe espresso a favore di un rinvio, Massimo D’Alema - fiducioso su un buon risultato dei Ds - sarebbe rimasto freddo sulla questione. Scotti alla fine si è tirato indietro. Con la conseguenza che la Iervolino, in caso di sconfitta, rischia di essere davvero l’unica intestataria della débâcle.

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