Cronaca locale

Circumvesuviana, viaggio nella peggiore linea ferroviaria d’Italia

La Circumvesuviana si è guadagnata il primo posto della classifica delle 10 peggiori ferrovie d’Italia. Queste sono le condizioni in cui viaggiano gli utenti

Circumvesuviana, viaggio nella peggiore linea ferroviaria d’Italia

Soppressioni, ritardi, treni sovraffollati e sporchi, convogli e stazioni in cui piove. Sono disastrose le condizioni in cui si viaggia con la Circumvesuviana, che quest’anno si è guadagnata il primo posto della classifica delle peggiori linee ferroviarie d’Italia stilata da Legambiente nel rapporto Pendolaria.

“Hanno pienamente ragione”, commenta un uomo in attesa di un treno al Centro direzionale. E sono dello stesso parere tutti i viaggiatori interpellati. “Campioni d’Italia”, ironizza la pagina facebook Circumvesuviana. Guida alle soppressioni e ai misteri irrisolti, uno spazio virtuale che raccoglie tutte le foto, i video e le comunicazioni dei viaggiatori che provano ad affrontare con l’umorismo gli atavici disservizi.

Ritardi e soppressioni sono all’ordine del giorno. “Se passa, questo è l’orario”, è la risposta che capita di ricevere davanti a una biglietteria dagli addetti dell’Eav (Ente Autonomo Volturno), l’azienda con socio unico la Regione Campania che gestisce la Circumvesuviana. Secondo il dossier di Legambiente fino a giugno del 2019 le corse cancellate sono più che quadruplicate rispetto al primo semestre del 2018. Rispetto al 2003 – stando alle stime di Pendolaria – le corse sono quasi dimezzate, e si sono ridotti anche i treni in circolazione, dal 2010 per la metà.

“L’ultimo treno per San Giorgio a Cremano passa alle 18, 30 circa – racconta un utente – e la domenica questa linea è sospesa, quindi chi vuole prendere un treno per arrivare al centro, la domenica non si può muovere”. E le inefficienze che elenca sono le stesse di cui parlano tutti gli altri viaggiatori: “le corse ci stanno quando vogliono. Non ci sono avvisi di ritardi, non ci sono avvisi di soppressioni. Le stazioni restano pure in balìa dei delinquenti di sera, perché sono prive di sorveglianza”.

Sono circa 142 i chilometri complessivamente percorsi dai treni dalla Circumvesuviana, su sei diverse linee, che collegano Napoli ai comuni dell’Avellinese, del Nolano, dell’agro nocerino-sarnese, del Vesuviano e della Penisola sorrentina. Alcune risultano più usate. Come quella per Sorrento, dove i treni sono normalmente più affollati per l’affluenza dei turisti che scelgono di usare il treno per raggiungere la destinazione prescelta.

Secondo il dossier di Legambiente, a causa dei disagi, il numero dei passeggeri sui treni dell’Eav si è ridotto del 22% dal 2012. I disagi disincentivano gli utenti. “Solo per acquistare un biglietto ci vuole una laurea: il tic, il tuc. In una sola regione, in una sola città, che ci siano 6-7 tipi di biglietti diversi per fare 10 km è già una cosa inaccettabile”, afferma un pendolare, che rivela di usare la Circumvesuviana da 30 anni per muoversi tra San Vitaliano, Pomigliano d’Arco e Napoli. “Negli ultimi 10 anni la linea è molto peggiorata”, sostiene.

I vagoni, comunque, continuano ad essere estremamente gremiti negli orari di punta. E, in caso di cancellazioni di corse o di ritardi, diventano impraticabili: salire su un treno può significare viaggiare stretti come sardine. Eppure, nonostante le condizioni, le tariffe dei biglietti sono aumentate rispetto a una decina di anni fa.

“Avaria”, “problemi tecnici”, sono queste di solito le motivazioni di ritardi e soppressioni, quando Eav le comunica. Clamorose sono diventate le immagini dei passeggeri a piedi sui binari per guasti improvvisi. Non c’è un giorno in cui non ci sia un treno che non arrivi in orario. E l’attesa può superare i 20 minuti.

L’età media dei convogli continua ad essere troppo alta. Di circa 20 anni, secondo le stime di Legambiente. Ormai risultano superati anche quei treni che chi viaggia con la Circumvesuviana definisce “nuovi” perché di più recente introduzione sulla strada ferrata che collega i comuni dell’area metropolitana di Napoli. Sono convogli più giovani e già pieni di danni. Ci sono immagini che documentano carrozze in corsa con porte semiaperte, sostegni rotti, sedie danneggiate. A bordo, come nelle stazioni, la sicurezza non è garantita. Diversi gli episodi vandalici, di scippi, aggressioni, anche ai danni del personale. Nei giorni scorsi a San Vitaliano, tra diversi simboli estremisti e graffiti contro le forze dell'ordine, sono apparse svastiche e una scritta razzista, poi rimosse da Eav.

Molte ancora sono le fermate da incubo. Con scale mobili e ascensori fuori uso, rifiuti, vetri rotti, devastate dai vandali e dall’incuria. Risultano insicure e spesso isolate. Non sempre, poi, sono dotate di biglietterie funzionanti. Alcune sono state riqualificate negli ultimi anni, altre ancora intendono interventi di ristrutturazione.

Segui già la pagina di Napoli de ilGiornale.it?

Commenti