Cronaca locale

Motorino in mare, Balotelli prosciolto dall’accusa di istigazione a delinquere

I giudici hanno accolto l’istanza di archiviazione chiesta dagli avvocati della difesa

Motorino in mare, Balotelli prosciolto dall’accusa di istigazione a delinquere

Ha tirato un sospiro di sollievo il calciatore Mario Balotelli, scagionato per l’episodio dello scooter finito in mare accaduto lo scorso anno nel porto di Mergellina. I giudici hanno accolto l’istanza di archiviazione chiesta dagli avvocati della difesa. Balotelli era accusato di istigazione a delinquere. Il giocatore del Brescia aveva sfidato un suo amico a lanciarsi in acqua con il suo motorino dietro ricompensa di 2mila euro, il quale accettò la provocazione. Il video della bravata fece il giro dei social diventando virale e costò multe e la denuncia al calciatore.

Adesso Balotelli è stato prosciolto, perché il fatto non è penalmente rilevante e il caso, che ha suscitato tanto clamore, è stato chiuso definitivamente. Non è la prima volta che il giocatore si rende protagonista di episodi singolari. Le pagine di cronaca ne sanno qualcosa. L'ultimo, in ordine di tempo, è stato appunto dare duemila euro a un conoscente di Mergellina per farlo gettare in mare con il motorino.

Nel giugno 2010, invece, era stato sorpreso in compagnia di alcuni amici mentre stava sparando con una pistola giocattolo in piazza della Repubblica, a Milano. Il rumore attirò l'attenzione di una donna che, dopo aver visto il gruppo, chiamò il 113. Giocava nell'Inter quando a bordo della sua auto una Audi R8, con due amici italiani e uno di nazionalità del Ghana, fu visto sparare con l'arma giocattolo.

Sette anni dopo d'estate è stato fermato in autostrada, mentre viaggiava a forte velocità. Quanto? Sono dettagli. C'è chi dice 200 chilometri, chi 175 ma è stato multato. Era a bordo della sua Ferrari e la stradale di Vicenza lo fermò, dopo averlo inseguito sull'A4, in provincia di Padova. Ma lui smentì: “Sarò sicuramente stato segnalato da persone ovviamente gelose, forse della macchina”, si giustificò allora.

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