Napolitano, l'incarico a Marini: governo per la legge elettorale Berlusconi: "C'è solo il voto"

Incarico al presidente del Senato: "Verifichi il consenso". Lui: "Impegno gravoso". La Cdl: "Alle urne". Fini: "Non ce la farà e rimetterà il mandato". Baccini (Udc) si dissocia. Il Pd: "Siamo disponibili". Gli industriali: "Priorità riforma dello Stato". Commenta. Leggi i commenti. Ce la farà? VOTA

Napolitano, l'incarico a Marini: 
governo per la legge elettorale 
Berlusconi: "C'è solo il voto"

Roma - Attesa terminata. Giorgio Napolitano ha convocato alle 17 al Quirinale il presidente del Senato Franco Marini per conferirgli un incarico esplorativo. Il presidente della Repubblica ha chiuso ieri sera il ciclo di consultazioni annunciando che si sarebbe preso "una pausa di riflessione". Dopo mezz'ora di colloquio Donato Marra, segretario del Quirinale, legge la formula: "Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito al presidente del Senato Franco Marini l’incarico di verificare la possibilità di consenso su una riforma della legge elettorale e di sostegno a un governo funzionale all’approvazione di tale riforma e all’assunzione delle decisioni più urgenti".

Le motivazioni di Napolitano Il presidente della Repubblica snocciola le sue ragioni. "La crisi della maggioranza di governo è intervenuta dopo che in Parlamento si erano aperti spiragli di dialogo tra le forze politiche per una modifica della legge elettorale vigente e di alcune, importanti norme della Costituzione". Poi la stabilità: "La preoccupazione che senza tali modifiche non si possa realizzare la necessaria stabilità politica ed efficienza istituzionale si è negli ultimi tempi e ancora in questi giorni chiaramente espressa, nel modo più imparziale: in seno all’opinione pubblica e a significative rappresentanze del mondo economico e della società civile". Quindi, la sintesi, "senza le necessarie riforme istituzionali, compresa quella della legge elettorale, l’Italia non può raggiungere stabilità politica ed efficienza istituzionale. Ed è per questo che ho conferito al presidente del Senato l’incarico di verificare il consenso su un preciso progetto di riforma della legge elettorale. Durante le consultazioni - ha spiegato Napolitano - ho prospettato a tutti i partiti l’esigenza di una soluzione che dia almeno avvio in tempi brevi alle riforme necessarie". Valuto con "attenzione e rispetto" l’opinione di chi vuole andare subito al voto ma "ricordo che sciogliere anticipatamtente le Camere è la decisione più grave e impegnativa che secondo la Costituzione può prendere il Capo dello Stato". Così spiega la sua decisione Napolitano dopo aver conferito il mandato a Marini. "In questo caso, poi, bisogna considerare che sono passati meno di due anni dalle ultime elezioni. È mio dovere riservarmi una valutazione conclusiva, che non può essere da nessuna parte intesa come scelta rituale o dilatoria".

Un sì sofferto ma orgoglioso "So bene che si tratta di un impegno non semplice, ma gravoso. So che nelle attese dei nostri cittadini c’è una attenzione forte alla modifica della legge elettorale" lo dice il presidente del Senato manifestando "viva gratitudine al presidente Napolitano per la fiducia che con la sua decisione gli ha accordato".

Dopo la conferenza stampa con il Capo dello Stato ha incontrato il presidente della Camera Fausto Bertinotti e quindi l'ex premier Romano Prodi a Palazzo Chigi. E già da domani pomeriggio Marini avvierà le consultazioni con i leader dei partiti.

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