Un «ponte» per il dialogo tra Occidente e Islam. Un «segnale forte» che può «contribuire a un'evoluzione moderata del mondo musulmano». Un'occasione «per rilanciare l'Europa». Questo per Giorgio Napolitano sarebbe il senso dell'«auspicato» ingresso della Turchia nella Ue.
Al secondo giorno della sua visita di Stato, il capo dello Stato italiano ha espresso il suo punto di vista all'università di Ankara. In una lectio magistrali ha ribadito il concetto del reciproco interesse di Unione Europea e Turchia a portare avanti i negoziati di adesione. Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, ha detto Napolitano all'Università di Ankara, l'Unione Europea deve fare «scelte cruciali e urgenti» se vuole svolgere sulla scena internazionale, in un mondo sempre più globale, un ruolo di protagonista del proprio futuro. Per farlo deve cogliere le opportunità di realizzare una integrazione più stretta fra le nazioni più decide ad avanzare velocemente. Gli strumenti ci sono: le cooperazioni rafforzate e la cooperazione strutturata, sull'esempio dell'Euro e dell'Eurogruppo.
Solo così si può costruire quella che Valery Giscard d'Estaing definì «l'Europa-potenza», per indicare una parte dell'Unione «sempre più fortemente integrata con compiti realisticamente delimitati» in grado di far sentire la sua voce nel mondo. Tutta l'Ue, ha aggiunto Napolitano, deve fare un balzo avanti se non vuole andare incontro a un «declino». Certamente «non può rimanere sospesa» fino al conseguimento dell'unanimità. Concetti già enunciati con forza sabato scorso a Napoli.
L'altra parte del discorso si è concentrta su una difesa convinta e argomentata dell'allargamento alla Turchia a conclusione dei negoziati iniziati nel 2005. Una trattativa che «deve essere rigorosa ma anche condotta senza pregiudiziali», tenendo conto dei «vantaggi che l'ingresso di questo grande Stato rappresenterebbe, in termini economici, in campo energetico». E anche sul piano politico, in quanto, ha spiegato il presidente, «contribuirebbe a una evoluzione in senso moderato del mondo musulmano». Bisogna cioè vedere la Turchia anche come «ponte fra l'Europa e l'Islam». E cioè «un nodo che è ormai interno a numerosi paesi europei, compresa l'Italia, dove risiedono oltre un milione di immigrati provenienti da paesi di religione prevalentemente musulmana». All'Europa, Napolitano chiede di rispettare gli impegni assunti formalmente con la Turchia nel 2005 con l'apertura dei negoziati di adesione perchè è in gioco la «credibilità dell'Europa».
In serata il il presidente della Repubblica ha raggiunto Smirne sulla costa dell'Egeo, dove visiterà le rovine monumentali di Efeso e concluderà la visita incontrando la comunità italiana.
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