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Nascondevano la droga nella playstation

Niente basket Nba, nè calcio o qualsiasi altro titolo di quelli che tengono incollati per mezze giornate, milioni di ragazzini ad una Playstation. Sulla loro console, invece dei classici del gioco virtuale, avevano scelto di caricare «file» ben più pesanti: dosi di hashish. Decisamente lontane - almeno nell’immaginario collettivo - dalla loro età: 12 e 15 anni. La Playstation 2 è diventata, nelle mani di una coppia di fratellini di Novate Milanese, entrambi studenti e segnalati alla procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Milano, il posto ideale per nascondere sostanze stupefacenti. Luogo insospettabile e nascondiglio perfetto, quanto di più adatto alla loro età, per oscurare sessantasei dosi di hashish senza destare sospetti.
Figli di una famiglia perbene - padre agente di commercio e madre impiegata - i due giovanissimi avevano attirato l’attenzione dei Carabinieri del piccolo centro alle porte di Milano per il comportamento tenuto da compagnie di ragazzi del paese e, in particolare, su atteggiamenti sospetti legati al possibile spaccio di droga sotto i portici del Comune di Novate. E proprio durante alcuni controlli in quell’area, luogo di ritrovo abituale anche per i due fratelli, i carabinieri hanno trovato in tasca al più piccolo di 12 anni due dosi di hashish alle quali, dopo una perquisizione in casa, si sono aggiunte le 66 nascoste nella Playstation 2, solitamente usata per giocare.
Non imputabile, visto che ha meno di quattordici anni, il fratello minore, si è assunto ogni responsabilità riguardo la detenzione dell’hashish ma anche il maggiore è stato comunque segnalato all’autorità giudiziaria minorile. Secondo il racconto del dodicenne, la droga sarebbe stata acquistata nei pressi del parco Sempione di Milano e sarebbe servita per fumare in compagnia di coetanei.


Al momento proseguono le indagini per identificare la persona da cui i ragazzi hanno acquistato la sostanza stupefacente e per valutare se il ragazzino non possa essere considerato solo un consumatore con gli amici (come da lui sostenuto) ma una sorta di «pusher», al di sopra di ogni rischio grazie all’età.

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