Svaligiavano case e aziende, fuggivano in bicicletta e nascondevano la refurtiva nei boschi. Così, una volta presi i ladri, i carabinieri hanno potuto mettere le mani anche su un «tesoretto» fatto di brillanti, oggetti in oro, telefonini, computer portatili, apparecchiature hi-fi e capi dabbigliamento in pelle.
La banda della mountain bike, come lhanno definita i carabinieri di Rho, era composta da clandestini romeni che, dopo i furti, fuggivano sempre sulle due ruote con le borse cariche di refurtiva, sfuggendo ai controlli anche grazie alle comunicazioni che intrattenevano fra loro tramite ricetrasmittenti. Il campo di azione era quello compreso fra Arese e Bollate: ville, appartamenti e sedi di piccole aziende chiuse per ferie. Uno stillicidio iniziato allinizio di agosto e al quale è stato posto termine grazie ad appositi servizi predisposti dai militari. I quali, laltra notte sulla Varesina hanno notato sfrecciare sulle loro bici due giovani con pesanti zaini in spalla. Piuttosto che fermarli, li hanno seguiti senza dare nellocchio sino a Castellazzo di Bollate.
Quando si sono inoltrati nei boschi e raggiunto le tende che li ospitavano, sono intervenuti bloccandoli. Nel frattempo però altri sei romeni, se la sono data a gambe fra gli alberi, lanciando sul campo effetti personali e passaporti. Una rapida perquisizione nei miseri rifugi ha consentito il ritrovamento del nutrito bottino razziato durante le notti dagosto; buona parte di esso era però seppellito in alcune buche scavate nei pressi delle tende, pronto per esser rivenduto ai ricettatori.
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