Nato sotto accusa: non è intervenuta contro i talebani

Herat. L’Isaf - la forza militare internazionale a guida Nato che opera in Afghanistan in accordo con il governo di Kabul - ha smentito le denunce fatte lunedì da funzionari della provincia sud-occidentale di Farah secondo cui i guerriglieri talebani avrebbero conquistato senza colpo ferire il distretto di Khah-e-Sefid. Non solo, secondo le denunce fatte dai responsabili locali, la polizia afghana avrebbe rinunciato a combattere, ma accuse erano piovute anche sulle forze Nato, che a Farah sono guidate dagli italiani: non avrebbero assistito le truppe afghane nel tentativo di riconquistare i distretti di Gulistan e di Bakwa, già caduti sotto il controllo delle milizie integraliste islamiche, che a sentire il capo della polizia provinciale afghana sono rinforzate da numerosi elementi pachistani e iraniani.
Queste le accuse. Ma ieri l’Isaf ha appunto smentito. I militari italiani spiegano che Khah-e-Sefid non è caduto in mani talebane, e lo stesso confermano dal comando della missione Nato a Kabul.

L’Isaf precisa di aver condotto una ricognizione nell’area insieme ai militari afghani scoprendo che i talebani - che erano entrati nel villaggio e lo avevano saccheggiato - se ne erano andati. Non viene specificato, né al momento è possibile sapere, se i militari italiani abbiano partecipato all’operazione congiunta tra Isaf ed esercito afghano.

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