Aggressione di Milano, il giudice dichiarò Lanni non più pericoloso

La procura del capoluogo lombardo ha aperto un fascicolo per approfondire quanto accaduto: l'uomo aveva già aggredito due anziani

Aggressione di Milano, il giudice dichiarò Lanni non più pericoloso
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Anna Laura Valsecchi non era l’obiettivo di Vincenzo Lanni: è stata accoltellata perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. L’uomo, 59 anni, ha colpito nel luogo simbolo dell’economia: così ha dichiarato al pm che l’ha interrogato durante la sua confessione. "L'ho fatto", ha dichiarato durante l'interrogatorio. "Spero che la donna che ho colpito stia bene", ha aggiunto, spiegando di aver acquistato il "coltello da cucina non oggi (ieri, ndr)" e di aver gettato il giubbino che indossava nelle immagini delle telecamere in un cestino. Infatti, la giacca è stata ritrovata in uno dei cestini del bar dell'Esselunga in viale Famagosta. Come si ricostruisce dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, Lanni, tre minuti prima delle 9, dopo essersi soffermato per "30 secondi", ha notato "sopraggiungere a piedi" la donna che poi ha pugnalato lasciandole il coltello conficcato nella schiena.

Lanni non aveva un "domicilio stabile" e l'ultima residenza nota (ancora in corso) risulta all'indirizzo del carcere milanese di Bollate in via Cristina Belgioioso 120. Era stato mandato via da pochi giorni dalla comunità in cui era ospite dopo aver trascorso un periodo in carcere in conseguenza di un’altra aggressione, compiuta nel 2015, ai danni di due persone anziane. Si era rifugiato in un hotel di Milano ma non aveva alcun restringimento della propria libertà, perché considerato una persona non più pericolosa. Anche per questo motivo è stata aperta un’indagine, necessaria ad approfondire cosa sia accaduto: la Procura di Milano, diretta da Marcello Viola e con la pm Maria Cristina Ria, sta facendo approfondimenti, acquisendo i vari atti.

"La persona in questione è stata accolta pro-bono all'interno della nostra struttura nell'ambito di un percorso di reinserimento sociale a maggio del 2020, prima attraverso la misura dell'affidamento in prova ai Servizi Sociali e poi, terminata la pena, ha proseguito con la misura di sicurezza rivalutata di anno in anno", ha spiegato la comunità Exodus, sottolineando anche che "dopo il raggiungimento dello stato di libertà e la cessazione della pericolosità sociale disposta

dal Magistrato, avvenuti nel dicembre 2024 ha scelto volontariamente di proseguire il proprio cammino con noi, con l'obiettivo di completare il progetto di accompagnamento verso l'autonomia".

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