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"Askatasuna? Operazione non chiara". Cosa non torna sul centro sociale

Il Regolamemento dei beni comuni di Torino non prevede l'intervento diretto economico del Comune e dall'opposizione, in caso contrario, è pronto l'esposto alla Corte dei Conti

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Il caso del centro sociale Askatasuna, per il quale la giunta del Comune di Torino ha deliberato l'inserimento nella lista dei beni comuni, si fa sempre più complicato. Le forze dell'ordine sono sul piede di guerra per la decisione che, di fatto, legalizza e istituzionalizza una struttura i cui occupanti (abusivi) da quasi 30 anni sono noti per le violenze che perpetrano a Torino e in quasi tutta Italia. Anche le opposizioni si dicono nettamente contrarie al progetto intrapreso dalla giunta guidata da Stefano Lo Russo, che di fatto vuole evitare lo sgombero del centro sociale. Ma ci sono dei punti di questa progettualità che non sono chiari, e non lo sono nemmeno per gli stessi esponenti di maggioranza.

Le connessioni tra il centro sociale e gli esponenti di sinistra al Comune di Torino sono ben note, esistono legami stretti che vanno avanti da anni e che hanno permesso ad Askatasuna di proseguire nella sua attività per così tanto tempo. Ma ora, davanti al progetto della giunta per agevolare ancora una volta il centro sociale, si sollevano perplessità. Il Regolamento dei beni comuni di Torino, infatti, prevede che siano a proponenti a farsi carico di ogni spesa, senza che ci sia il minimo coinvolgimento da parte del Comune. Niente soldi pubblici, quindi, per i progetti che vengono fatti rientrare nel Regolamento dei pubblici. Questo è quanto sottolinea il quotidiano Lo Spiffero, che conosce molto bene le dinamiche locali.

Ed è proprio dalle colonne di questo sito che si rende noto come ci siano, però, voci sempre più insistenti di un coinvolgimento del Comune, indiretto e diretto. Ma questo non sarebbe tecnicamente possibile e quindi il consigliere Pino Iannò, esponente di Torino libero pensiero, ha minacciato che se venisse dimostrato un impegno economico del Comune di Torino, non si tirerebbe indietro per "un esposto alla Corte dei Conti". Al momento, per amore della verità, non sono stati previsti esborsi da parte del Comune, in quanto la progettualità è appena all'inizio. Tuttavia, su come intende procedere la giunta su questo tema non ci sono ancora certezze e nemmeno gli esponenti della maggioranza sono in grado di dire in che direzione vorrà andare a parare il sindaco.

"“Il modo in cui verrà fatta questa operazione non è chiaro", ha dichiarato l'esponente radicale Silvio Viale, uno dei pochi che in questi giorni ha parlato sul caso Askatasuna.

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